NOTE DELLA REDAZIONE I giovani alle urne Si è molto parlato, all'indo1nani del 19 1naggio, del voto dei giovani. E si è cercato di individuare quali sono stati gli orienta,nenti predoniinanti delle nuove leve elettorali; si è cercato di intuire, in altri termini, in quale direzione il nostro paese si sta niuovendo. Jn_ niancanza di altri criteri di valutazione, si è proceduto al confronto tra i dati elettorali per la Camera e i dati elettorali per il Senato, ossia al confronto tra i risultati che sono stati acquisiti anche grazie al concorso del voto giovanile ed i risultati ai quali, viceversa, l'elettorato di età inferiore ai venticinque anni non ha contribuito. Questo confronto, come i nostri lertori certo ricorderan110, è stato al centro dell'ultima « Tribuna elettorale » televisiva, quella in cui gli esponenti delle varie forze politiche hanno co1n1nentato le elezioni del 19 111aggio; e anche dopo se ne è continuato a parlare sui giornali ( tra gli altri, vi ha dedicato una nota Vgo lndrio sul « Corriere della Sera»). È noto che, sulla base di questo confronto, si perviene alla conclusione che gli unici partiti confortati dal consenso dell'elettorato giovanile sarebbero stati il PCI, il PSIUP, la DC e il PDIUJ\1.: infatti, soltanto questi partiti hanno ottenuto 11elle elezioni per la Ca1nera dei Deputati u11a percentuale più alta - se pure in misura diversa per ciascuno di essi - della percentuale che gli stessi partiti hanno conseguito nelle elezioni senatoriali. Ora - lo si è osservato anche nella ricordata trasl'nissione di « Tribuna elettorale » - le conclusioni che si possono trarre da un confronto di questo genere hanno una attendibilità a dir poco scarsa. lvlai conie in queste elezioni, difatti, si è manifestata una così accentuata diversificazione tra il voto per la Camera ed il voto per il Senato. Tra coloro che han110 seguito da vicino, e con attenzione, lo svolginiento della campagna elettorale e le sue risonanze nell'opinione pubblica, non v'è chi non abbia constatato, alla vigilia del 19 maggio, come vi fosse una 110n trascurabile aliquota di elettori decisi a votare un determinato sin1bolo, 11elle elezioni per la Camera, e un. candidato collegato con un simbolo diverso dal primo, nelle elezioni per il Senato. A che cosa era dovuta, una simile - e apparentemente assurda - decisione? Evidentemente, le ragioni sono state parecchie, e complesse. Ma una di queste ragioni va comunque individuata nell'affievolimento del richiamo ideologico esercitato dai partiti e nella diffusa convinzione che il corpo parlamentare dovesse venire rinnovato anche sul piano qualitativo: così che le elezioni senatoriali, grazie al loro particolare meccanismo, hanno finito per diventare, agli occhi di molti cittadini, elezioni a collegio uninomi40 Bibiiotecaginobianco
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