Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

... Manlio Rossi Daria della provincia co•n carattere di priorità.proprio perché sono tali da assicurare il più pronto ren.dimento con beneficio di tutti. Il co,mplesso ad economia montana preseI?-ta - .oltre a quello della valorizzazione turistica, del quale abbiamo già parlato - problemi diversi per il complesso silvo-pastorale e per i terreni coltivati o coltivabili vicini ai centri abitati. Per il complesso silvo-pastorale esteso, 40 mila ettari, si pone, anzitutto, il problema della più razionale utilizzazione dei boschi (già in gran parte risolto grazie alla sistematica azione dell'Amministrazione Forestale) e quello del miglioramento e della razionale utilizzazione dei p·ascoli, le cui risorse dovrebbero potenziare e migliorare sia gli allevamenti ovini transumanti verso· zone vicine, sia gli allevamenti bovini delle zone coltivate sottostanti. Malgrado che su quest'ultimo argomento ci siano antichi e ancor validi studi riferiti appunto a questa zona, il miglioramento dei pascoli non ha finora avuto· luogo e dovrebbe, pertanto, formare oggetto di una particolare iniziativa, essen·do dimostrata la possibilità di conseguire, co·n lieve spesa, miglioramenti quantitativi e qualitativi considerevoli, particolarmente laddove si possa anche far ricorso all'irrigazione. Per quanto riguarda i terreni coltiv~ti di valle, vicini ai centri abitati - complessivamente 13 mila ettari, dei quali 8 a Mantella-Bagnoli, 3 a Volturara e 2 nell'alta Valle del Sele ~ incrementi cònsiderevoli di produzione potrebbero essere conseguiti mediante: 1) l'esecuzione di alcuni lavori di bo·nifica idraulica (particolarmente nella Piana del Dragone a Volturara); 2) il riordino delle ute11ze irrigue esistenti; 3) una più larga utilizzazio,ne delle acque del sottosuolo, sénza danno per le portate dei grandi acquedotti del Sele e del Calore, che di qui traggono origine; 4) il completamento della rete di servizi n·elle campagne con vantaggio della popolazio-ne sparsa; 5) il rinnovamento e potenziamento del patrimonio zootecnico, essenziale pilastro dell'economia della zona; 6) la creazione di una mo·derna industria casearia su base cooperativa. Per la alta Valle del Sele (Quaglietta e Senerchia) ove gli indirizzi produttivi sono principalmente orto-frutticoli, le linee da seguire nel piano e nella sua attuazione sono qu-elle già indicate per le zone intensive. Passando a considerare il vasto territorio ad agricoltura tradizionale, questo va, a sua volta, suddiviso in tre grandi aree notevolmente diverse: 1) L'area a coltura promiscua e insediamenti sparsi della Valle del ·calore e dintorni; 2) L'area a coltura semi-estensiva e a insediamenti sparsi tra S. Angelo ·de' Lombardi, la Baronia ed Ariano· Irpino; 34 Bibiiotecaginob·ianco

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