Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

... Manlio Rossi Daria comuni costituisce appunto quella fondamentale condizione alla industrializzazio-ne, che gli econo.misti o,ggi chiamano le « economie esterne» e che da noi risulta particolarmente deficitaria e tale ,da do•ver essere suscitata co-n urgenza co1 me si potrà. Sono portato a chiedermi se - ora che l'attività edilizia sta per giungere a saturazione e merita, nell'interesse comune, di essere più scoraggiata che incoraggiata - non convenga rivolgersi appunto. a questo tipo- di o-rmai provati imprenditori per indurli, con la persuasione e l'assistenza, a battere vie nuove, in alcuni -degli infiniti campi delle attività industriali adatti alle piccole e medie imprese, o, addirittura, come si sta facendo, altrove, per indurli a coalizzarsi tra di loro, per dar vita ad iniziative industriali di maggiori dimensio.ni. Solo attraverso questa via, infatti, sarà possibile, a mio avviso, convincere imprenditori esterni a localizzare tra noi le loro attività. Quanto alle possibilità di _localizzazione degli impianti industriali nell'interno della provincia, non è che manchino o che richiedano, per risultare effettive, cospicui interventi. Certo non è sulle colline e le montagne più accidentate che gli impianti potranno sorgere, né nelle zo-ne più solitarie esclusivam·ente agricole e lontane dai centri abitati, ma le piccole o medie pianure adatte per giacitura alla localizzazione degli impianti, vicin·e a centri abitati, ben connesse dalla rete stradale, provviste dì acqua e di energia elettrica o facilmente pro,vvedibili, sono numerose: da quelle ai margini della provincia verso Caserta e Salerno (Piana di Montoro, Valle di Lauro, Piana di Baiano, Valle Caudina, zona di Atripalda, alta Valle del Sele), do.ve, tuttavia, 01 gni sviluppo industriale - portando via terra a ricche utilizzazioni agricole - andrebbe più scoraggiato che incoraggiato; a quelle interne - quali la zona di Grottaminarda, della Valle dell'Ufita e dei ripiani, che, in quel settore ·della provincia, si estendono sino ai pressi di Benevento- - a quelle più lontane ed interne - quasi la zona di Lioni e di Conza e S. Andrea di Co.nza, in Val d'Ofanto o forse (ma sono scettico al riguardo) quelle sotto il Vulture o allo sbocco della Valle del Calaggio presso Candela. L'indicazione di queste diverse aree di possibile localizzazione di nuclei di industrie sta a dimostrare come~ con l'eccezione di poche - esse appaiono, suscettibili di sviluppo nella misura in cui si proceda di intesa con analoghe iniziative delle province contermini. Così la eventuale valorizzazione industriale della zona di Grottaminarda e della stessa Valle_ dell'Ufita va studiata d'accordo con quella delle zone contermini della provincia di Benevento; di quelle della Valle dell'Ofanto e del Calaggio con le analoghe iniziative pugliesi e lucane; di quell~ dell'alta Valle del Sele con quelle della corrispondente area salernitana. 30 --- Bibiiotecaginobianco

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