I Un piano di sviluppo per l'Irpinia malgrado l'emigrazione all'interno di oltre 70 1nila persone - la nostra popolazione crebbe da 380 a 480 mila individui, ossia del 26%, mentre il valore della produzione agricola restava stazionario ed altre fonti di guadagno no-n si aprivano. Nel tragico ventennio fascista, il reddito medio per abitante scese, di conseguenza, dalle 150 mila lire (a valori attuali) del 1920 a meno di 120 mila, con una riduzione media del 20% che risultava anche più grave per le zone più povere e per le categorie sociali meno provviste di terra. È partendo da queste tragiche vicende del passato che bisogna giudicare quelle del venticinquennio che ci sta alle spalle e del quale siamo tutti - sia pure in misura diversa - responsabili. 4. L'itltimo venticinquennio. Quale è stata la evoluzione economica e sociale dell'Irpinia in questo quarto di secolo? Tre sono i fenomeni, st1i quali conviene so.ffermarsi, per rispondere a una tale domanda: 1) l'andamento del reddito; 2) l'emigrazione; 3) lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi civili. Nei 15 anni centrali, dal 1951 al 1966, per i quali il confronto è possibile in base ai dati del Tagliacarne - il reddito netto complessivo della provincia è passato, in valori correnti, da 63 a 125 miliardi di lire e, in valori attuali costanti, da 80 a 120 miliardi, ossia con un aumento di- poco più del 50%, mentre che, per l'Italia nel complesso, l'aumento reale è stato di oltre il 100 e in parecchie province del Nord e del Centro di oltre il 150 per cento. Guardando alla sua composizione, quell'aumento del reddito risulta minore per l'agricoltura e maggiore per gli altri settori. Massimo· è l'aumento per quella particolare co·mpo,nente del reddito provinciale, che corrisponde alla pubblica amministrazione e che sta a rappresentare un maggior numero di impiegati. Discreto è anche quello dell'inctu·stria, ma all'analisi si vede che esso risulta da due sole componenti, l'attività edilizia e le industrie alimentari, ossia da rami di attività che o sono connessi all'agricoltura o non hanno un vero carattere di attività produttiva. Ciò significa che in un quarto di secolo quasi niente è cambiato nella nostra provincia. La sua struttura eco·nomica è restata quella che era: niente industria, solo agricoltura in lento progresso e per contro aumento dei servizi e della burocrazia. In queste condizioni non c'è da meravigliarsi se il distacco della no23 Bi liotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==