I Le impervie strade dell'azione politica quella dei giovani italiani. Fra i quali, me lo auguro, le schede bianche saranno meno numero,se di quanto non si creda. Ma io vorrei rilevare, a co,nclusione di questo discorso, che oggi in Italia si cede troppo, da parte di mo1ti, alla tentazione di parlare dei giovani soltanto per accattivarsi le simpatie dei giovani. Non avrei più il coraggio di guardare in faccia i miei figli ventenni se cedessi elettoralisticamente ad una tentazione del genere. Credo che questo sia il sentimento di tutto il PRI, dei suoi uomini più rappresentativi, dei suoi militanti più fedeli. Noi ci rifiutiamo di considerare i giova11i come una categoria elettorale. Naturalmente, noi siamo con i giovani studenti che si battono per il rinnovamento dell'Università, e molti di noi non hanno atteso le agitazioni universitarie per fare seriamente il nostro mestiere di docenti universitari, per instaurare fra 11oi ed altri docenti rapporti di co1laborazio•ne interdiscip,linare, per instaurare fra noi e gli studenti rapporti non viziati da atteggiamenti paternalistici, per denunciare quanti avviliscono il prestigio della cattedra nella gretta difesa dei privilegi di una casta chiusa, di un siste1na dinastico. l\1a tutto questo non significa che siamo sempre e comunque coJ1 i giovani perché giovani, e sempre e comunque contro i vecchi perché vecchi. Consentite a me repubblicano, al capolista del PRI a Napoli, di reagire a certe manifestazio.ni intemperanti della cosiddetta protesta giovanile e di gridare quanto sia ingeneroso ed anche sconsiderato l'atteggiamento dei giovani maoisti e fidelisti che si recano a rumoreggiare quando. parla Pietro Nenni. Fra giovani come questi e vecchi come Nenni, che hanno dato conto di sé nei travagli di una lunga ed onorata milizia politica, 11oi abbiamo il dovere di stare co•n i vecchi anche contro i giovani. Ma quando la polizia picchia i giovani studenti e li picchia, come sembra che sia avvenuto recentemente a Ro,ma, senza essere stata provocata dalla violenza dei dimostranti, allora noi chiediamo che la magistratura accerti i fatti, e che, se i fatti risultassero accertati in un certo modo, il governo provveda contro la violenza della polizia. Ai giovani che parlano di contestazione globale del sistema; ai giovani che hanno letto tutti i libri di Marcuse e neanche uno dei libri non dico di Benedetto Croce, ma di Antonio Gramsci; ai giovani cl1c si esaltano per una letteratura politica, che è speculativamente reclamizzata dall'industria culturale, e che è assai più catechistica di quanto non sia rivoluzionaria: a questi giovani noi diciamo però di stare attenti, perché non vogliamo, assolutamente· non vogliamo, che il movimento studentesco degeneri nel senso dell'infantilismo ribellistico e 17 Bibliotecaginobianco
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