Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

.. " I L'ideologia di Bertrando Spaventa I ro della mediazione, porrebbe sempre il finito· come finito e come risultato e il problema metafisico sarebbe quello di mostrare come la scienza trovi la mondanità assoluta e l'umanità assoluta della « essenza delle cose », cosa che dipenderebbe direttamente dall'azione dell'autoco- . scienza. Per ciò il filo conduttore della metafisica spaventiana appare al Vacca essere la risoluzione di tutto il reale in effettivo processo umanonatura_le, con la conseguente distruzione della vecchia metafisica, per l'elaborazione di una critica del sapere filosofico dato storicamente e per il raggiungimento di una fondazione della certezza e del significato . umano del reale. Ciò aprirebbe l'orizzonte alla ragione scientifica, procedendo con essa, in posizione critica e autonoma (p. 266), rovesciando, rispetto ad Hegel, il rapporto tra scienze e filosofia, ritrova11do l'infinito valore dell'uomo nell'infinito valore umano dell'esperienza e nell'impossibilità di trascenderla, e mantenendo il legame originario empirico e prammatico alla negazione, che in Hegel si rovescia continuamente in una prevaricazione dell'esperienza storica, in uno schema sovrapposto ad essa, e dal quale questa, svalutata in quanto tale, riceve ogni significato. Il punto centrale quindi dell'origi-· nalità spaventiana rispetto a Hegel è visto dal Vacca nell'assoluita continuità fra natura e spirito pre1. sente nello hegeliano, di contro all'opposizione imprescindibile, posta dal «maestro» come condizione della stessa possibÌlità dialettica .. J11 ciò vi sarebbe lo sforzo da parte delloBibiiotecaginobianco Spaventa di esprimere nella filosofia il senso della scienza moderna, di render esplicito in quella l'intero problema di questa in una direzione, che l'Autore definisce « engelsiana » (pp. 287-88). Ad un lettore attento e provveduto tuttavia non può sfuggire che Vacca, pur citandola, non prende affatto in considerazione l'interpretazione attualistica gentiliana di Spaventa. Se ciò da una parte gli consente di condurre un discorso originale, d'altra parte tale discorso non si inserisce nella storiografia completa su Bertrando Spaventa, giacché, se le interpretazioni del Gentile risultano « tendenziose », in quanto presentano in chiave preattualistica la revisione spaventiana dello hegelismo, una discussione critica con esse avrebbe forse consentito all'Autore di specificare meglio le proprie idee soprattutto per quanto· riguarda la costituzione in Spaventa dello Stato etico, a cui Vacca dà spesso la qualifica di « democratico ». Sorgono a tal riguardo, i seguenti problemi: che cosa intende Vacca per « democratico»? Quali sono i legami esistenti tra il primo Spaventa fautore di uno Stato avanzatamente democratico, il secondo Spaventa fautore di uno Stato liberale di tipo inglese, rultimo Spaventa quale creatore di una filosofia, o di una scienza moderna, indirizzata verso schemi « engelsiani »? Del resto il Masini nell'introduzione ad Un pamphlet antidemocratiço -inedito di B. Spaventa (in « Rivista storica del socialismo·», n. 6, 127

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