· Maria Donzelli zioni sul particolare tipo di derivazione di Spaventa dall'hegclismo; giacché, se Hegel non riesce a scorgere nel contrattualismo rousseauiano altro che l'astrattezza e il particolarismo, di contro alla necessità razionale di dedurre lo Stato come verità della collettività sociale, Spaventa rimprovera ai liberali del Risorgimento di partire da una situazione indeterminata che vizierà di astrattezza l'intero processo di fondazione della società e dello Stato. Al contrario l'hegeliano parte da un'ipotesi di lavoro aperta alla storicità e indotta dalla necessità di pensarla. riducendola ad unità, pone come problema culturale la formazione di un carattere nazionale, conforme alla sua maniera tutta « spirituale », storica, di intendere la nazionalità, ed attribuisce al pensieroprassi dello storico la funzione di cogliere i limi ti delle posizioni della vita, per svilupparne lati non ancora realizzati, giacché la. realizzazione completa è un processo infinito. In questo si può forse scorgere una forte componente psicologica, di carattere meridionalistico, di chi, come Spaventa, ha nutrito forti speranze nella rivoluzione napoletana del '48, avvertendone conseguentemente tutte le delusioni al momento del fallimento; tanto da portarlo, come afferma Vacca, ad una profonda delusione per le sorti della democrazia e alla rinunzia del primato dell'azione, dati i tempi. Da que~ta delusione si svilupperebbe lo Spaventa dell'interpretazione attualistica, il divulgatore dello Hegel in Italia, il compilatore del fortunato schema di storiografia della 124 Bibiiotecaginobianco filosofia italiana ed europea, in cui le tracce della passione politica e dei condizionamenti pratico-politici iniziali ·continuano ad op-erare, ma van110 indagate ad un livello « elevato e sottile di mediazione» (p. 119). La preoccupazione di reperire ~ali tracce è presente al Vacca nel corso di tutto il secondo capitolo, il cui tema fondamentale è pertanto l'indicazione dell' « aspetto più profondo dell'originalità» spaventiana, riscontrabile nell'analisi della storia come lavoro umano e del processo di fondazione della persona attraverso il lavoro, nel quadro di una originaria intelligenza della dialettica « come nesso del pensiero come riflessione con l'essere come lavoro umàno » (p. 135). Il che, d'altronde, determinerebbe in Spaventa il processo attraver~o il quale l'individuo diviene persona, purché esplichi energia, dal momento che, secondo la sua generalissima determinazione naturale-animale, l'individuo è çersona in quanto è movimento. È questa la parte più originale del volume, giacché nella considerazione dell'Etica e politica della maturità di Spaventa, che viene a formare il III capitolo, l'Autore sembra perdere via via interesse alla trattazione nella misura in cui il giudizio dello Spaventa sul socialismo si fa più distaccato, anche se, rileva il Vacca, tale giudizio mantiene una disposizione serena ed obiettiva, nel tentativo di intendere il socialismo storicamente e scientificamente. Nella misura in cui poi l'accezione spaventiana di democrazia si va mutando in senso forma-
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