... L'ideologia di Bertrando Spaventa I fondasse metafisicamente una logica della prassi. Preliminare alla ricerca risulta il · primo capitolo che, attraverso l'analisi dei motivi ideologici ispiratori del « Nazionale » e del '48 napoletano, mira a mettere bene in evidenza la collaborazione ideale che lega Silvio e Bertrando Spaventa, collaborazione che avrebbe dato luogo a_ forme di meditazione comune, di scambio continuo di idee, in cui chiara appare l'influenza del « politico » Silvio sul « filosofo » Bertrando. In questa direzione si era già svolta la ricerca di Paola Zambelli (Tradizione nazionale italiana e sovranità etica razionale nell'ideologia degli hegeliani di Napoli, in « Problemi dell'unità d'Italia », Roma, 1962). Il problema del rapporto tra i due fratelli viene tuttavia affrontato da Vacca nell'appendice al primo capitolo, cl1e rimane così introduttivo e piuttosto generico ai fini della · ricerca, anche se l'Autore ne aveva già chiarito i motivi nella sua Rassegna, quando, a proposito del libro di Berti, / democratici e l'iniziativa meridionale nel Risorgirrlento (Milano (1962), rilevava la necessità di recuperare, sulla scia di Berti, « maggiore chiarezza anche sul nodo particolare, politicoculturale, del primo hegelismo napoletano, che, è noto, nacque libe-:- rale, nel fuoco di concrete lotte politiche; e quindi nacque con legami ancora da chiarire con il movimento ideale e pratico della democrazia meridionale pre-quarantottesca ». Nel primo capitolo, infatti, l'Autore parte da una critica all'interpretazione etico-politica che Croce Bibiiotecaginobianco aveva dato alla rivoluzione napoletana del '48, la cui filosofia egli riduceva all'idea-forza dell'Unità e al congiungimento della· questione napoletana con la questione italiana e con la guerra di indipendenza. Tale interpretazione, secondo Vacca, se coglie il carattere precipuamen te etico-politico e dottrinario della formazione politica degli hegeliani napoletani, lascia in ombra gli aspetti peculiari, contraddittori, relativi agli anni precedenti al '48 piuttosto che alla fase conclusiva del Risorgimento, egemonizzata dai moderati. E, nel caso di Bertrando Spaventa, tale momento etico-politico veniva ridotto, dall'interpretazione idealistica, ad una componente biografica accanto alle altre: « quindi, considerato più- da un punto di vista interno alla ricostruzione della biografia intell~ttuale di Spaventa, che dal punto di vista oggettivo dei legami con i nodi storici del processo risorgimentale» riscontrabili nello Spaventa stesso. Di contro, Vacca propende verso l'interpretazione di coloro che, an·a-· lizzando la stampa e le radici ideali del '48 napoletano, pongono « Il Nazionale » nell'ambito del movimento liberal-democratico, individuato nel superamento delle basi astratte del giusnaturalismo contrattualistico, le• gato ad una democrazia parziale, per l'affermazione di una democrazia piena in cui il popolo, presa coscienza di sé, fonda la pro·pria sovranità sul processo sempre aperto della propria personalità, « intesa come perfezionamento di tutte le sue potenzialità morali e materiali » (p. 31). Poiché il moto rivoluzionario qua121
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==