Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

I I Lettere al Direttore Il livello più idoneo a stabilire la misura degli incentivi necessari,_ in rapporto alle diverse localizzazioni e ai diversi settori e alla combinazione settori-territorio, è certamente quello regionale ed è verso di esso che bisogna Ì . . avviarsi. Altro che gestione unitaria degli incentivi a livello nazionale, altro che spinta verso un ulteriore accertamento! Non 1ni meraviglia, però, che tanti amici la pensino in modo diverso e del resto in un Convegno sulla pianificazione regionale tenutosi ad Alghero nel maggio del 1965 abbiamo avuto ben occasione di sottolineare Zappa ed io, con vivo dispiacere di n1olti di questi amici, la sostanziale mancanza di una tendenza regionalistica e decentralizza~ tric e di _determinati orientamenti politici che pur fanno della regione un caposaldo. Riforme interne e contestazione politica verso l'esterno devono essere la chiave di volta per avviare a soluzione il problema del Mezzogiorno. Ma io qui non ho voluto dare delle ricette, quanto sottolineare la mia profon.da sfiducia verso impostazioni che oggi vengono avanzate e che non aderiscono minimamente ai problemi concreti o rispondo-no soltanto a principi classificatori. Il mio dissenso nasce anche dalla profonda adesione a quello che afferma Vinay nel suo libro su Riesi: « I più si creano dei potenti alibi con i grandi programmi futuri e con le grandi soluzioni e con ciò si concedono il lusso di continuare a vivere con ricchezza ed abbondanza mentre quelli per cui dicono di lottare, intanto, muoiono di fame ». Classificare e sistematizzare è facile; io ho letto con interesse quanto dice Manin Carabba nel suo volume « Spesa pubblica ed iniziativa imprenditoriale » quando in nome di una logica di programmazione globale, pone la problematica generale della rinuncia, da parte del secondo programma econo1nico nazionale, degli strumenti di intervento speciale nel Mezzogiorno; per principi analoghi e considerando che il problema del Mezzogiorno ha rappresentato il cavallo di Troia per l'avvio della programmazione nazionale e ritenendo tutto sommato che i problemi del Mezzogiorno sono ormai sfuggiti alla problematica della programmazione nazionale, oserei chiedere che, a partire dal quinquennio 1970-75, si rinunci al programma economico nazionale, che certamente ha dimostrato di essere meno utile per il Mezzogiorno dell'intervento speciale. Se vuole, il progranima nazionale resti ad occuparsi, come ha fatto finora, dei grandi trafori, del decongestion~n1ento delle regioni progredite e dell'assetto territoriale: per il Mezzogiorno non vi è ancora da programmare ma vi è il più pressante proble1na di far emergere dalla realtà meridionale o di inserire nella realtà stessa gli ele1tzenti di rottura e di contestazione, inserire (nii si scusi la parola un po' grossa) una certa dinamica rivoluzionaria. ACHILLE PARISI 117 . • Bibiiotecaginobianco

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