Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

I Lettere al Direttore duzione e rendendo possibili i processi di riaccorpamento terriero consentiti dall'esodo già avvenuto o ulteriormente prevedibile, ricostituisca un tessuto produttivo diverso da quell'o attuale. Il problema non riguarda soltanto l'agricoltura, ma si estende anche al settore terziario,, l'esperienza diretta che io ho di troppi paesi del Mezzogiorno, mi induce a ritenere che anche l'apparato distributivo di tante località piccole e grandi verrebbe sostanzialmente potenziato se una massa di redditi, che oggi vengono spesi nelle grandi città meridionali o nelle metropoli nazionali o all'estero, venisse inserita nel circuito locale. Sono d'acco•rd'o con molti miei amici che l'ammontare totale delle rendite fondiarie del Mezzogiorno copra una parte modesta dell'investimento necessario nelle regioni me- ; ridionali, 1na tali rendite possono essere rilevanti se riferite a singole situa- i zioni ed esse rappresentano uno strumento che bisogna utilizzare. i Una ristrutturazione dell'agricoltura e una riorganizzazione delle attività commerciali consentiranno di esprirnere anche determinate capacità imprenditoriali nel campo di alcune industrie di trasformazione~· è vero che non vi è un passaggio diretto fra ceti agricoli e ceti industriali e che non si può co1npiere lo stesso processo che si i!. verificato nello scorso secolo in tante parti del mondo occidentale, ma resta il fatto che le categorie agricole e le categorie commerciali sono quelle su cui è più possibile puntare per chiedere un apporto diretto alla politica di sviluppo del Mezzogiorno.· Non è sulle categorie impiegatizie e sulla piccola borghesia addetta al complesso settore dell'attività di « sbrigafaccende » che si può poggiare uno sviluppo che si voglia immune da vizi clientelari ed ancorato ad un 1ninimo di principi di rendimenti economici. .. . Un secondo punto di rottura deve essere rappresentato dalla mobilitazione delle forze imprenditoriali latenti nell'imponente apparato di piccole e piccolissime unità produttive industriali esistenti nel Mezzogiorno·, in nu1nero· tale da superare alla data del censimento 1961 le unità locali registrate nelle regioni del triangolo industriale. S'impone un deciso intervento per valorizzare e per riconvertire tali capacità ùnprenditoriali e per legarle alte caratteristiche moderne dell'attuale processo di industrializzazione in corso . nel mondo; è questo, tipicamente, un campo di manovra che spetta all'intervento speciale nel Mezzogiorno e che non può essere sostituito da nessun « fondo di gestione » a livello nazionale. Gli strumenti di intervento dovranno essere adattati alle difficoltà del compito, rompendo una volta per tutte i vincoli determinati dai canoni tradizionali di erogazione della spesa pubblica; da qui la necessità di articol'are sempre più nuovi organismi e di legarli sempre meglio alle singole realtà. . In terzo luogo, si pone l'esigenza di rovesciare il concetto e le modalità ~ della contrattazione programmata introdotta nello scorcio d'ell'ultima le- ( gislatura. •. · La nuova _contrattazione programmata non· deve partire dalla verific·a dei programmi degli imprenditori e dei piani di intervento pubblico per cercare di renderli reciprocamente compatibili armonizzando criteri di profitto sociale 115 Bibiioteçaginobianco

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