Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

... Felice Ippolito specie in quei paesi con i quali esisto·no correnti di scambi culturali, costituiscono aspetti che non dovrebbero sfuggire all'uomo di governo accorto e no·n dovrebbero quindi tardare a potenziare quelle azioni attraverso le quali lo Stato riconosce tangibilmente le attività di interesse generale. Nel recente libro del Direttore Ge11erale del Servizio Informazioni della Presidenza del Consiglio è dedicata particolare attenzion~ agl 1 stimoli e previdenze che lo Stato mette in opera 11el quadro di una politica culturale: ad esempio le agevolazioni creditizie in favore di Case Editrici che assolvono a una spiccata funzione culturale; i premi della cultura e i premi agli esportatori di prodotti editoriali per la diffusione del libro italiano all'estero. Dell'opera citata mi sembra opportuno a questo· proposito riportare il seguente passo cl1e soddisfa le legittime aspirazioni di un'editoria impegnata: « Il progra1nma economico nazionale 1965-69 prevede, per l'istruzione, una ingente spesa pubblica, articolata in quattro voci, di cui tre « scolastiche »: strutture, edilizia, assistenza, ed una « complementare e conseguente »: biblioteche e formazione culturale. Per questa ultima voce sono contemplati stanzian1enti di 37.000.000.000 per consumi pubblici e 5.000.000.000 per investimenti ». Altra spesa considerevole è prevista per la ricerca scientifica e per la preparazione professionale. Proprio in relazione a tali specifiche previsio11i di impiego sociale dei redditi, l'attività editoriale dovrebbe già risultare compresa tra quelle fruenti di particolari agevolazio11i in materia di credito. L'opportunità di elaborare un provvedimento che possa, in seguito, essere inserito nella legge unica che dovrà riordinare e fondere tutte le norme operanti in tema di facilitazio·ni creditizie per diversi settori e ipotesi, è indiscutibile. Né può eccepirsi che tanto varrebbe attendere la nuova legge di riordinamento per inserirvi le nuove provvidenze: il nuovo strumento infatti riordinerà soltanto situazioni preesistenti. D'altra parte è difficile negare, continua l'autore del volume, il Padellaro, che « nella storia dell'editoria, il periodo in cui si avverte la necessità di incentivarne la funzione, quantitativamente e qualitativamente è proprio l'attuale. Basti ricordare: l'impegno determinato· dalle nuove esigenze create dalla dilataiione e dal riordinamento delle strutture scolastiche (e dei relativi programmi); l'innalzamento del livello culturale medio conseguente; la necessità che la editoria si presenti saldamente preparata all'assolvimento dei nuovi compiti che proprio le ricordate previsioni di spesa sociale (cultura, scuola, formazione professionale, ricerca scientifica) le imporranno». * * * Prima di affrontare il problema del mercato del libro, voglio esa106 Bibliotecaginobianco

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