.. Felice Ippolito del passato, con l'abbandono di ogni dogmatismo pseudoscientifico, rappresenta l'unica possibilità di vincere la alienazione dell'uomo nella moderna civiltà delle macchine. In realtà il dibattito scientifico testimonia solo di una cosa: di una sensazione di disagio, spesso di panico, che deriva dall'arretratezza scientifica del paese, di un sentimento che ricorda, per certi versi, il metus religioso delle culture primitive. Il dibattito sul gap - mi si consenta di usare questo termine che ha oramai assunto il valore di un'espressione di codice universale - ponendo in termini di lotta per la sopravvivenza il problema dello sviluppo scientifico e tecnologico, non ha fatto che ulteriormente drammatizzare questa situazione. Sulla base di queste premesse non si vede come un discorso, sia pure limitato ad argomenti di immediato interesse pratico - fare o non fare, ad esempio, un Ministero per la Ricerca Scientifica; scegliere questo o quel settore di ricerca da sviluppare prioritariamente per una maggiore produttività della nostra industria - possa giungere ad effetti positivi. C'è da domandarsi se il problema della creazione di una coscienza scientifica a tutti i livelli sociali, se il problema della familiarizzazione dell'opinione pubblica non con i risultati, cioè con gli aspetti più vistosi, n1a con la metodologia della scienza, non si ponga a monte della soluzione dei problemi organizzativi per un minimo di struttura scientifica nel paese. Se questi sono i termini corretti in cui porre la questione, si apre oggi in Italia, alla editoria scientifica, un compito culturale che richiede agli operatori del settore una visione assai più ampia di quella basata esclusivamente su pur doverose considerazio_ni di immediato interesse aziendale, di utile economico. Gli editori che non vogliono rimanere insensibili all'evoluzione dei tempi debbono insomma impegnarsi in una azione ad ampio respiro che, se si considerano le caratteristiche del prodotto editoriale più idoneo ad una campagna culturale, non può non essere considerata, a 25 anni dalla scoperta dell'energia atomica e dei calcolatori elettronici, come opera pionieristica. Esiste in Italia una categoria di uomini di scienza capace di fornire la materia prima per una siffatta opera culturale? Esiste un mercato capace di assicurare remunerazione economica all'editore illuminato cl1e opera in questo senso? * * * Nel tentare di rispondere al primo interrogativo non tardano a presentarsi seri motivi di perplessità. Consideriamo il libro destinato al pubblico dei non specialisti, il libro cui è affidato in prevalenza il compito di creazione di una cultura scientifica nel senso poc'anzi accennato. 102 Bibiiote·caginobianco
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