Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

Alberto Mondadori Sono co,nsiderazioni che, per la parte che le compete, l'editoria nazionale ha in questi anni troppo trascurato; né sembra o,g~i esserne tutta consapevole. Non ignoriamo le difficoltà. Pochi uomini accorti da tempo, e i ragazzi urlando oggi, ci hanno• fatto sapere che la scuola italiana è una piramide, in cui il restringimento dal basso verso Palto è feroce e non sempre avviene seco-ndo il merito. Ora, a ognuno le sue responsabilità, all'editoria, a certa editoria, le sue; ma al governo, ai partiti, ai professori ordinari, le loro. E nello stesso tempo· a ognuno i suoi compiti; da oggi, e presto. All'editoria, lo sforzo non tanto o soltanto, di stare a] passo, di tenere pronti, agili e ben oliati quei canali mediante i quali chi ricerca comunica i propri studi, chi elabora, chi sintetizza, chi aiuta a capire co-munica i propri risultati e li mette nel dibattito vivo, unica garanzia di nuove ricercl1e, nuovi risultati. Ma anche il compito di tenere aperti i canali con l'estero, posto che di estero in un certo senso si possa ancora parlare, oggi che la prospettiva eurocentrica mostra in tutta evidenza i suoi falsi orpelli e la sua reale miseria. Introdurre il dibattito francese e inglese sulla pianificazione, inglese, americano e sovietico sull'urbanistica, francese e inglese sulla filosofia e la critica letteraria, americano sulle scienze, la filosofia della scienza e la sociolo•gia, francese, americano e nordico sulla linguistica - e dico quasi a caso questi temi, che in realtà so.no numerosissimi - vuol dire dare ossigeno alla nostra cultura, non perché se ne serva per amori rapidi e brucianti, ma perché li rielabori, se ne arricchisca, tenti in mo.do serio strade nuove, nuove prospettive sui nostri stessi problemi, sui problemi vecchi del Sud e quelli nuo-vi del Nord, sul disagio creato dalla lontananza tra politica e cultura; ma in realtà su tutti, quelli collettivi e quelli individuali. Un altro compito ancora: individuare dove le attuali linee di tendenze portano, coglierne i punti futuri allo stato aurorale, portarli alla luce e renderli conoscenza di tutti, pubblico dibattito. Ot1i gli esempi corrono l'unico rischio di essere troppo numerosi. È chiaro che abbiamo, che avremo sempre maggior bisogno di cultura scientifica, di cultura tecnica.; e penso non soltanto ai giovani che se la stanno formando, ma a quanti usciti da breve o meno breve tempo dalla scuola, avvertono appunto il bisogno di aggiornarsi, tenersi informati, capire quanto è successo in pu~ pochi anni. È chiaro che abbiamo bisogno di impostare meglio, più modernamente, i problemi dell'econo·mia, dello sviluppo delle città e delle comunicazioni, dell'insediamento umano. Che abb_iamo bisogno di conoscerci nel nostro passato per agire nel presente; di conoscere il nostro ieri, ma anche la sincronicità del mondo contempo•raneo. E a I 98 Bibiiotecaginobianco

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