... Pasquale Saraceno rio; la creazione di imprese p·ubbliche si può infatti considerare come una alternativa ad un aumento 1 generale delle facilit_azioni in atto fino al livello in cui si determina il voluto volume di investimenti industriali. Poiché un aumento 1 generalizzato creerebbe delle rendite a favore del1e imprese già rese convenienti ,dal livello di protezione esistente, si preferisce dar vita direttamente a detern1inate imprese, co·rrendo tutti ri rischi e sopportando le perdite che questo tipo di intervento comporta, ma evitando di dare ad altre iniziative un grado di p,rotezione dri cui esse non hanno bisogno. In sostanza, la politica di sviluppo regionale p·ersegue gli stessi obiettivi della politica protezionistica, mediante un'azione più differenziata e, in sostanza, più raffinata; e -deve aggiungersi che l'esistenza di un programma nazionale di sviluppo rende meno ardua l'identificazione delle misure attraverso le quali si co,ncreta un sim,ile tipo di azione. La politica di sviluppo si pone dunque continuamente il pro,blema del che cosa fare e non, come la politica doganale, di qilanto dare; trattando delle imprese a partecipazione statale, e delle società finanzriarie e d·ella società locat~ici di immobili industriali (leasing), sono già stati esaminat,i i tipi di azio,ne che si ·possono svolgere per la copertura del fabbisogno di capitale di rischio; vediamo ora quali considerazioni sugg·erisce l'esistente sistema di incentivi. Una prima osservazione ,da farsi sulla capacità degli incentivi esistenti a determinare il flusso d,i investimenti voluto, è che l'area meridionale non può ormai più essere considerata come un'entità relativ,amente omogenea; l'azione già svolta e, in generale, il ·cambiamento intervenuto nella struttura sociale ed economica del Paese dall'epoca di inizio - nel 1950 - dell'azione di sviluppo, impedisco·no di rappresentare oggi il Mezzogiorno come una vasta ar,ea genericamente sottosv,ilupp-ata. Il Mezzogiorno si presenta oggi come un aggregato di subaaree aventi livelli di reddito, dotazione di capitale, possibilità di sviluppo e dotazione di forze di lavo1 ro molto varie. L'azione non può quindi non divenire sempre più differen2;iata; e il p1 rimo passo da compiersi in un tipo di politica dominata da questa consapevolezz,a è probabilmente quello ·di considerare in un solo quad·ro com,parativo, tutte le aree del Paese che oggj go·dono di faci:litazio·ni, siano 1 esse all'interno oppure all'infuori del Mezzogiorno. Un simile quadro d'insieme può permettere di giudicare se le difficoltà attuali derivano dall'insufficienza della protezione esistente oppure dal fatto che tale protezione viene menomata o anche annullata da misure disposte ·a favore ,di aree che si trovano in situazio,ne buona o, quanto meno, migliore di quella ·delle regioni che si vorrebbero sviluppare. È chiaro ad esempio che se le norme concepite per lo sviluppo 96 Bibiiotecag i nobianco
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