Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

I La politica di sviluppo regionale nella esperienza italiana complementari e di servizi. Il progresso tecnico, infine, aumenta in certi casi il fabbisogno di capitale occorrente ai già occupati per conseguire i più alti livelli di produttività che le nuove tecnologie consentono e ciò può diminuire la quota di capitale disponibile per dare lavoro ai non occupati e ai sottoccupati. In presenza di tali difficoltà viene talvolta avanzata la tesi che, nella misura in cui la politica degli incentivi non riesce a suscitare il voluto volume di investimento, debba l'impresa pubblica intervenire con iniziative industriali capaci di far raggiungere l'obiettivo di sviluppo che si dice di perseguire. È questo un tema di primario interesse per il Convegno; al suo approfondimento l'esperienza italiana può certo dare un contributo notevole. In via preliminare è da osservare che la tesi ora esposta può essere sostenuta in un Paese ad eco,nomia di mercato, come è l'Italia, solo in considerazione del tipo di impresa pubblica che, con il nome di ente di g,estio•ne, si è affermato nel nostro Paese; sulla base di un'esperienza che dura ormai da oltre trent'anni e che ha ricevuto negli ultimi tempi una definizione di notevole rigore, l'esercizio delle imprese pubbliche nel settore manifatturiero e in alcuni settori di servizi non è organizzato in Italia secondo lo schema tradizionale dell'ente nazionalizzato dotato di una posizione di monopolio; l'ente di gestione si caratterizza invece per il fatto che esso opera in più settori, in concorrenza con l'iniziativa privata, mediante imprese organizzate in forma di società per azioni e soggette allo stesso regime delle imprese pri,,ate. Questo tipo di istituzione dà all'impresa pubblica italiana una capacità creativa e una possibilità di entrare rapidamente in settori nuovi che è sconosciuta alle tradizionali imprese nazionalizzate: e lo conferma del resto il fatto che alle molte imprese nazionalizzate e municipalizzate esistenti anche in Italia non so·no mai stati affidati compiti nuovi, pur essendo tali imprese dotate di ingenti quadri tecnici, nel complesso .forse più vasti di quelli posseduti dall'insieme degli enti di gestione. L'aver conservato e sviluppato un sistema avente le caratteristiche opposte a quelle tipiche delle imprese nazionalizzate assume o•ggi un interesse ·straordinario per il Mezzogiorno; vi è però da chiedersi se tale sistema, che pure ha -delle potenzialità sconosciute alle imprese pubbliche di altro tipo, è in grado di effettuare un intervento generaliz-· zato, seconda la linea di pensiero sopra riportata. Per rispondere a questa domanda è necessario considerare il ruolo che, in una economia di mercato, spetta alle imprese pubbliche operanti nel settore ·manifatturiero. Tali imprese, essendo in principio poste in posizione di parità con le imprese private, fruiranno, tra l'altro, delle 89 Bibliotecaginobianco

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