Pasquale Saraceno 11ell'economia italiana affinché vengano raggiunti gli obiettivi dichiarati, obiettivi che in quella fase del nostro svil1:1ppo ~i ritenne potessero essere espressi in un determinato aumento della occupazione; tale identificazione del meccanismo di sviluppo comporta alcuni generali orienta., menti, tra i quali importante è quello relativo ai compiti riservati rispettivamente all'azione pubblica e all'iniziativa privata. Secondo il pensiero, ispiratore dello Schema l'aumento dell'occupazione nei settori produttivi avrebbe dovuto realizzarsi soprattutto attraverso l'accumulazione privata del capitale; la ripartizione di tale capitale sul territorio nazionale doveva però essere corretta mediante l'applicazione di incentivi ad investire nelle regioni sottosviluppate. La sfera d'azione dell'interve11to pubblico veniva sostanzialmente limitata dallo Schema ai cosiddetti settori propulsivi - agricoltura, imprese di pubblica utilità, opere pub-bliche - nei quali si riteneva che essa avrebbe potuto più efficacemente operare, sia per il raggiungimento degli obbiettivi generali di sviluppo del reddito e dell'occupazione, sia per il superamento dello squilibrio esistente tra Centro-Nord e Sud. Con una reminiscenza cl1e si può dire keynesiana, lo Schema si preoccupava anche di dare continuità al moto di progresso del sistema; a tal fine l'azione congiunturale veniva qualificata i11funzio,ne del programma, nel se11s0 che la espansio-ne di taluni settori - denominati settori regolatori - avrebbe dovuto essere intensificata o attenuata a seconda che il procedere del sistema richiedesse di essere frenato oppure accelerato per l'insorgere di pericoli inflazionistici o deflazionistici: tali settori erano identificati nell'edilizia e nel rimboschimento. Lo Schema Vanoni, tuttavia, respi11ge l'idea che l'azione pubblica debba limitarsi al campo congiunturale, restando al pro-gramma solo l'ufficio di dare determinati sviluppi a taluni settori produttivi. L'idea centrale dello Schema è, invece, la preoccupazione di identificare i punti di forza e gli squilibri del siste1na, al fine di utilizzare pienamente i primi per mettere- riparo ai secondi. Il ruo1o dell'intervento pubblico negli anni successivi alla presentazione dello .Schema risultò più modesto di quello indicato nello. Schema; come già rilevato, l'intensificazione del progresso economico del Paese rese infatti superflua l'azio·ne propulsiva prevista dallo Schema. Il documento, mantiene però ancor o,ggi il suo interesse perché dà una rappresentazione del meccanismo· operante in una economia dualistica quale è l'economia italiana e può quindi aiutare a dar ragione sia di fenomeni occorsi nel recente passato, sia dei termini in cui ancor oggi si pone il nostro pro-blema. Lo Schema indica nel 5% il saggio di aumento del reddito che l'Italia non solo poteva conseguire, date le 84 Bibiiotecaginobianco
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