Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

Francesco Barbagallo « L'aumento del numero di studenti affidati ad ogni docente rendeva impossibile un'effettiva partecipazione dei giovani al _processo educativo. La forma della lezione cattedratica, screditata nell'opinione generale, diveniva l'unico modo reale di insegnamento e di studio. Il funzio,namento dei seminari diveniva impossibile. Il crescente impiego, dei docenti in attività professionali extra-universitarie, mentre per un verso consolidava i leg.ami tra il corpo· accademico e il mondo della politica, della produzione e degli affari, indeboliva ancor più il rapporto tra professori e studenti. « Ogni possibilità di recare un sollievo a tale situazione ogni giorno , deteriorantesi era impedita dall'inesistenza di qualsiasi controllo del- , l'attività dei professori di ruolo. L'assenza di qualsiasi forma di democrazia dell'università, documentata dall'esclusione degli studenti, degli assistenti e degli incaricati dalla direzione dell'università stava a sosiegno di una prassi di discrezionalità e di arbitrio che era tanto conosciuta quanto apprezzata da coloro che da essa traevano vantaggi e osteggiata da coloro che ne erano gli oggetti. « È ormai noto a tutti come questa assenza di forme di governo de1nocratico dell'università si accompagnasse ad una prassi didattica antiquata e arbitraria, dalla quale erano lontane le influenze della pedagogia moderna e che diventava tanto più carente di ogni carattere di educazio11e progressiva e democratica quanto più affollate erano le aule accademiche, e quanto meno si adeguava al ritmo, di sviluppo del numero degli studenti quello del numero dei docenti. « Sarebbe falso e ingiusto presentare questo quadro come indicativo dell'intera situazione dell'università italiana. Si può affermare anzi che il sistema sopra descritto era profondamente incrinato e che era contestato da un gruppo rilevante di docenti. Ma il sistema gerarchico e autoritario premeva su tutti, e a nessuno riusciva senza i11audite difficoltà di sottrarsi alla sua influenza. « Gli studenti so;no stati gli artefici del cambiamento. Occorre ora che nuove forme didattiche e organizzative vengano sperimentate e con-- sacrate in una nuova legalità realmente democratica » 18 • Una scuola rinno·vata e giusta, una scuola democratica non può svi- ,. 1 lupparsi che in una società veramente democratica, ed in tal senso il legame tra scuola e società, sottolineato dagli stude11ti, appare denso di significato. Tale legame condiziona qualsiasi tentativo riformatore che non· si contenti di restare alla superficie, ma intenda effettivamente tra- -1 18 LAMBERTO BORGHI, Il 1novimento degli studenti per la trasformazione delI1 università, « Scuola e città », marzo 1968. 72 Bibliotecaginobianco

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