Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

Francesco Barbagallo r forze rivoluzionarie o,rganizzate in atto, in assenza di una strategia rivo 4 J luzionaria e di una organizzazione ad essa adeguat~ » 6 • Va precisato, co,munque, che, in questa: concezio-ne, gli studenti, piuttosto che formare una vera e propria forza rivoluzionaria, per le accennate difficoltà di operare concretamente, possono- semplicemente « agire come stimolo· alla formazione di una forza rivoluzionaria » 7 • Vie- ( ne così superato definitivamente l'inesatto concetto di « avanguardia universitaria », che parecchio successo aveva riscosso nelle agitazioni del dicembre; e, pur rimanendo nell'ambito circoscritto della « avanguardia », il campo viene, in modo limitato ma significativo, esteso a ricom.- prendere la classe operaia. « Il problema è quello di una creazione di una avanguardia politica delle lotte, che non sia più co·mposta esclusivamente da studenti, ma da un nucleo omogeneo di militanti, sia studenti che operai, che affrontino insieme i problemi di strategia e di organizzazione degli interventi sia nella scuola che nelle fabbriche. Altro problema è quello di allargare al massimo il contatto, a qualsiasi livello, di studenti in lotta e operai, il che è indispensabile alla formazione politica di entrambi » 8 • Il riconoscimento del ruolo fondamentale che la classe operaia dovrebbe pur sempre giocare in una realistica ipotesi rivoluzio·naria non conduce però - nella prospettiva di cui si discute - all'abbandono della lotta attuale per l'impossibilità di ottenere risultati globali; così come la constatazione che gli studenti non possono essere considerati i soli rivoluzio,nari non comporta l'arretramento su posizioni riformistiche, nella attesa della formazione di una forza rivoluzionaria glo·bale, capace di incidere concretamente sulla realtà sociale. « È vero che la rivoluzione non può essere fatta senza la classe operaia, m.a finché non vengono individuati nella pratica strumenti politico-organizzativi per l'attuazio·ne e la generalizzazione delle lotte operaie, il riferimento alla classe operaia diventa semplicernente un'affermazione d'impotenza, con cui si rinuncia a sviluppare una lott_a parziale ma possibile (quella studentesca) in cambio di una lotta generale che rimane allo stato di enunciazione » 9 • Si cerca in tal modo di risolvere il problema essenziale dei rapporti tra studenti ed operai. In definitiva, però, anche per questa interpretazione, che pure è sufficientemente lucida, la soluzione sembra ritrovarsi in un puro· e semplice atto di volontà rivoluzionaria, che può conclu66 6 MAURO ROSTAGNO, cit., p. 286. 7 VITTORIO RIESER, Università e società, « Problemi del Socialismo », cit., p. 345. s BoBBIO-VIALE, cit., p. 334. 9 BOBBIO-VIALE, cit., p. 336. Bibiiotecaginobianco

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