Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

I I , Giornale a più voci crazia cristiana ha meno interesse a difendere Cito, ora che la sua mediazione non è più necessaria, dn quanto i macelli privati riescono a condizionare direttamente l'autorità prefettizia e ad impedire l'attuazione -della delibera 1963. Certo è che Cito negli ultimi tem•pi si è sentito meno protetto e quando è stato invitato a partecipare alle sedute della Commissione consiliare incaricata di indagare sul funzionamento del macello e dei rela,tivi servizi, ha preferito la latitanza per non essere costretto a rendere co·nto pubblicamente del suo operato. ERMANNO CORSI BORBONIA LETTERA AL « ROMA » Illustre direttore, sì, io offrirei - come nei tempi dell'antica Roma - un lauro ad Achille Lauro. A questo grande napoletano dallo sguardo d'acciaio, con il volto che pare quasi intriso di salsedine marina, corrusco ed adusato navigatore come gli arditi del mare della « Dominante» e della « Serenissima», realizzatore di navi superbe, dal cuore di fanciullo che sa accarezzare un bimbo lacero per la via, e con lo stesso gesto imperioso e volitivo sa additare al nostro popolo la via della grandezza e della dignità. Quest'uomo prodigioso, che si direbbe uscito dallo scalpello di un titano dell'arte d'altri tempi, io non l'avevo mai visto che sui rotocalchi, nella prima pagina di giornali o in qualche vistosa fotografia nel corso di campagne elettorali. Lo immaginavo temerario e baldanzoso come lo descrivevano i suoi avversari politici. Lo vidi la prima in un lontano meriggio di maggio e la sua immagine è rimasta indelebile nella mia mente e nel mio cuore. Era a Baia, tra gli umili lavoratori del porto, e si interessava dei loro problemi che dimostrava di conoscere dettagliatamente e profondamente come se fosse uno di loro, anziché l'armatore più potente d'Europa. Lo rividi, sindaco di Napoli, quando sulla neve caduta copiosa in città dava personalmente disposizioni per liberare le strade e per riattivare il traffico, e addirittura portava personalmente conforto e soccorso alle squadre di lavoratori. Ho rivisto ora il Comandante Lauro al « Metropolitan », all'apertura della campagna elettorale per il PDIUM, tra una folla strabocchevole corsa ad acclamarlo, ad ascoltare la sua parola. Ho mirato a lungo il suo volto bronzeo di romano antico, sereno e giovanile come sempre, il suo sguardo d'aquila che non teme i raggi solari. Achille Lauro - ne sono fermamente convinto - è la realtà di una grande ora storica, è la certezza della rinascita nazionale. Per le fortune ed il progresso di Napoli e dell'Italia, egli riprende il suo posto di combattimento e di responsabHità. Ed è per questo, come ho detto, che ad Achille Lauro vortei offrire un lauro: il lauro che in Campidoglio coronava la fronte dei condottieri, degli eroi, dei poeti. E Lauro, nella sua opera e nella sua vita, può essere considerato un condottiero, un eroe, un 1poeta. MARIOAGRILLO(Napoli) (Lettera pubblicata, sotto il titolo Un lauro per Lauro, dal « Roma » dell'll aprile 1%8). 61 Bibiiotecaginobianco

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