. • Calogero Muscarà satteso per la mancanza dei piani particolareggiati. Manca dunque perfino di una proposta di riorganizzazio,ne del territorio urbano, nonostante si sia espansa sulla terraferma, dove conta ormai duecento,rnila abitanti, co11tro i centomila della parte storica e i cinquantamila delle isole e della laguna. Per lo studio delle comunicazioni infra-urbane lavora una commissio·ne, costituita di recente su propoiSta dell'on. Mancini. Anche in questo caso, manca l'ipotesi di sviluppo. La città non ha compiuto le sue scelte politiche e quel che è peggio mostra di non volerle co1npiere: in fondo, se ne fa una questione di interventi tecnici riservati alla sola città lagunare. Per queste carenze la città sta andan,do incontro ad una triste sorte: è pensabile che i problemi « tecnici » tro,veranno soluzione. Ma quale potrà essere questa soluzio-ne quando si è ridotto il pro·blema della Venezia attuale ad una questione di difesa e di salvaguardia, quale potrà essere questa soluzione quando i provvedimenti saranno settoriali e perciò parziali? Sarà e non potrà essere diversamente, la soluzione imposta da qt1ella che molto espressiva.mente viene chiamata oggi la logica del sistema: la logica dell'in·dustria di base sulla terraferma, la logica della frammentatissima e miope economia di tipo poujadista sulla città storica. E la logica dell'industria di base non solo continuerà ad imp·ri1 mere a Mestre la fisionomia di periferia urbana che già oggi la caratterizza e ne fa un esempio di degradazione sociale ed urbanistica; n1a anche sulla laguna imporrà le sue leggi alle so,luzioni dei tecnici. Come non pensare che, se mai si dovesse scoprire che il canale dei petroli in costruzio,ne tra Margl1era e il porto di Malamocco reca danno all'equilibrio lagunare e contribuisce ad aggravare i problemi della città storica, la soluzio,ne terrà conto più dell'interesse dei capitali investiti a Marghera che di quello per il patrimonio culturale e civile rappresentato da Venezia? l\Ion è un'opinione casuale: do,po una lunga battaglia in _Consiglio comunale pro e contro il « canale dei petroli», si è deciso di rimettere la questione al quarto gruppo del famoso « comitato,ne » ministeriale, che studia i problemi della idraulica lagunare. La risposta non si è fatta attendere: nessun danno per Venezia. Ma tra i componenti del IV gruppo quanti sono gli amministratori, i funzionari che controllano se stessi e le proprie decisioni già prese sullo stesso argomento? Per tutto questo, ·ma il discorso potrebbe continuare molto più oltre, bisogna cominciare a smentire l'atmosfera di ottimismo tecnocratico con cui si coprono i reali problemi della città, bisogna impedire che l'avviso di cui si parlava all'inizio di questa nota venga piantato all'ingresso della città. Bisogna ritornare a parlare di Venezia, bisogna che Venezia ritorni a domandare, co·me recita il titolo dell'ultimo Convegno che è stato organizzato in onore di Mario Pannunzio da numerosi circoli culturali ed associazioni cittadine. Bisogna soprattutto che Venezia cominci a capire che essa deve an· cora compiere la scelta fondamentale che la riguarda, una scelta politica per eccellenza perché si riferisce al destino che la città intende dare a se stessa. CALOGEROMUSCARÀ 58 Bibiiotecaginobianco
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