Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

Editoriale importanza decisiva nel corso politico italiano. Il malcontento del paese per la mancata soluzione di proble1ni numerosi e imp·o_rtanti, l'irritazione per una certa tattica temporeggiatrice che in definitiva si è risolta in una politica rinunciataria, si è manifestata visibilmente; e se i risultati elettorali non rispecchieranno in modo clamoroso questo diffuso stato d'animo, sarà solo perché le opposizioni non sono in grado di offrire al corpo elettorale alternative valide. Tuttavia, ai cittadini delusi restano altri modi per forni re certe indicazioni alla classe politica. Gli elettori socialisti, ad esempio, possono benissimo far intendere quale sia la linea che vorrebbero vedere seguita dal PSU: basti pensare al significato politico che avrebbe una eventiLale co,nvergenza delle preferenze sui candidati provenienti dal PSI piuttosto che su quelli provenienti dal PSDI; o meglio, una convergenza delle preferenze sui candidati chè siano notoriamente fautori di una politica più avanzata e più risolutamente rif armatrice, da parte del futuro governo di centro-sinistra, o sui candidati che, soddisfatti della raggiunta stabilità democratica, mirerebbero a lasciare le cose press'a poco come stanno. Certo, la1 situazione socialista è sotto certi aspetti unica; per gli elettori che gravitano verso .altri partiti è meno facile esprimere una iridicazione che non sia soltanto generica. Tuttavia, non è solo per l'azio,ne politica socialista che i risiLltati del 19 maggio potranno dar luogo a conseguenze rilevanti; anche gli altri partiti potranno ricavarne indicazioni significative. Per esempio, i dati elettorali, anche se quantitativamente immutati, potranno indirettamente accelerare certi processi di chiarificazione interna: ciò vale soprattutto per il PCI, che dall'eventilale perdita a sinistra di voti « cinesi » e dall'eventuale compensazione a destra di voti « riformisti » dovrebbe essere spinto a definire rigorosamente, e senza ambiguità, la direzione delle proprie scelte. Ma vale anche per la DC, la quale forse registrerà per la prima volta una perdita di voti cattolici; e nonostante gli incrementi che il partito democristiano potrà conseguire a danno delle destre, o a danno della componente socialdemocratica del PSU, o magari come contraccolpo della « sfida divorzista » dei partiti laici, è chiaro che una sia pur marginale rottura dell'unità dei cattolici non potrebbe non incidere sul tipo di soluzione che i democristiani daranno al problema della leadership del loro partito. Per quel che rig·uarda, infine, la prevista espansione del partito repubblicano, è evidente che essa non sarà tale da trasformare il PRI i'n un partito di massa; ma è altrettanto evidente, specie se si tiene conto della impostazione data da La Malfa alla campagna elettorale, che un successo repubblicano costituirebbe una conferma del credito che 4 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==