Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

Elena Croce - Calogero Muscarà anche all'editoria, formando buoni traduttori e una disposizione alla critica, che non sia quella della polemica o della piaggeria accademica, e nel contempo• non venga meno a que1l'o,bbligo di informazione del lettore, tempestiva ed accurata, di cui, specie in Italia, le pagine letterarie ·dei quotidiani, e quelle delle riviste di cultura in genere, sono per lo più sprovviste o insufficientemente provviste. Un'istituzione infine che sia in grado di fornire, attraverso il suo· lavoro quotidiano, delle indicazioni utili all'editoria e le tolga quella posizione di arbitrio culturale che attraverso la sua potenza fin.anziaria essa ha oggi acquistato. Per fare ciò è necessaria d'altra parte la possibilità di finanziare, sia nel cam,po della critica che in quello della traduzione, disinteressatamente, nuove ricerche, e imprese in campi inesplorati, restituendo ai singoli studiosi quel ruolo· artigianale, che è il solo a consentire una vera e propria attività culturale, sottraendo questi, cioè, almeno in parte, a quel ruolo bracciantile a cui l'industria editoriale tende sempre più a ridurli. Un altro punto infine riguarda il lettore. Questi evidentemente legge i libri, e non consuma prodotti di cultura, e anche se è lieto di comprare in paperback cose che non troverebbe (o sarebbero trop·po costose) altrove, ha tuttavia un po' di ripugnanza al libro fatiscente di cui si distaccano le pagine, e infine lo vuole anche acquistare con un po' più di rito. Perché no? Comprare un libro è sempre stato un rito molto caro a chi li ama. Ma ora, ora non ci sono più delle librerie che reggano alla schiacciante funzione di edicola che è loro sovrappo,sta. Quando ci saranno i librai antiquari della contemporaneità? Non ne abbiamo la minima idea, dovremmo auspicare che anche queste istituzioni, come il teatro, fossero sussidiate dallo Stato. E in tal caso ci auguriamo che ciò sia fatto con molto rigore, che non incoraggi la fioritura di ennesime boutiques, ma di 1ibrerie in cui ci sia t~tto ciò che è stato pubblicato - o meglio è sopravvissuto a ciò che è stato pubblicato, diciamo approssimativamente, negli ultimi venti anni. Ma naturalmente chi sceglie questi libri? Si scelgono evidentemente da sé, e un buon libraio dovrebbe essere l'interprete di questa scelta naturale. Ciò non toglie che anche la critica, se ci fossero simili librerie, dovreb·be ridurre il suo ormai predominante carattere di salotto pub1 blicitario. ELENA CROCE Il futuro di Venezia Accanto all'avviso con cui, alle porte della città. si avvertono i visitatori stranieri della necessità di attenersi, per quanto riguarda i costumi e l'abbigliamento, alle tradizio,ni cattoliche del Veneto, il Sindaco dovrebbe far mettere un altro avviso, che, co,me quello di fascistica memoria, ricordi: « Qui non si fa politica, si lavora». Questo, infatti, è il sottofondo comune a tutti gli interventi pubblici, i discorsi, le manifestazioni in cui si parla •di Venezia, dei suoi urgenti problemi di oggi, delle iniziative da prendere per i problemi di domani. 56 Bibiiotecaginobianco

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