Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

I Giornale a più voci nessuno si occupa. E la ragione è cl1e Sto,ker, così si chiama, se non ml sbaglio, l'autore di Dracula, era affascinato dall'orrore, mentre Le Fanu sottilmente riporta i suoi terribili fantasmi ai vizi e alle debolezze ,delle vittime, che egli nota con mano leggera di squi,sito moralista e psicologo. Ammesso quindi il dato ineliminabile che l'editoria di oggi, pur desiderando di lasciare il loro spazio alle opere d'arte, di scienza etc. considerate nel loro valore intrinseco (e non con le limitazioni che comporta la politica, e il mercato sno,bistico culturale a cui si è accennato), non può non tenere conto delle esigenze di questo mercato, il quale oggi, ,più o meno artificialmente, sussiste; ammesso dunque tale pres1.1pposto, cosa è che si augurerebbe un traduttore cl1e desideri di proporre quel tipo di opere e di autori che hanno un valore intrinseco ma non rispondono ai canoni sopra accennati? Semplicemente di avere con le case editrici un rapporto più diretto, meno kafkiano, di non ricevere le risposte anodine distillate da u:na burocrazia di consulenti_, anch'essi scissi fra la loro q11alità di intellettuali e quella di interpreti di una politica aziendale (spesso complicata da ideologie personali che si inaspriscono per il fatto stesso che sono represse dalla correttezza burocratica) -, avere l'opportunità di esporre tutte le motivazioni della propria proposta (generalmente fondata su di una conoscenza molto più intrinseca della materia e su esperienze e contatti più diretti e personali di quelli che può avere una tecnocrazia aziendale), in modo da rendersi co,nto se essa viene respinta per insufficiente informazione delle persone che la esaminano, o per motivi precisi di politica aziendale e culturale: nel qual caso, come nel già citato esempio della traduzione inglese dei Promessi Sposi, egli sa come regolarsi, e quali altre vie battere, se ce ne sono, per promuovere la propria causa. Mi rendo perfettamente conto che l'impersonare la figura dello scrittore nel traduttore può ap,parire a prima vista sforzato. Ma questa figura ha un molteplice valore simbolico, da sempre poi che essa è stata investita da Goethe, col suo concetto di letteratura universale, della funzione di mediatore per eccellenza tra le varie letterature. E oggi essa è quella che esprime il tipo dell'artigiano letterario particolarmente disinteressato, in quanto non difende la prop•ria originalità, ,ma quella dell'opera altrui. In ogni mo·do noi ce ne siamo serviti qui come approssimazione per descrivere quel tipo di intellettuale indipendente, capace di dare un contributo individuale e spregiu·dicato, che è sempre stato necessario alla vita della cultura, di cui la editoria è fondamentale espressione. Da qualche anno in Italia e in altri paesi è stata progettata la fondazione di Istituti per la traduzione e per lo studio comparato delle letterature, che svolgano da un lato la funzione di scuole di specializzazione post-universitaria, dall'altro si assumano un ruolo istituzionale nuovo, volto a salvare la cultura umanistica moderna. Un tentativo di spezzare almeno in parte il monopolio esclusivo che le b·urocrazie editoriali, con le loro microideologie, sono venute acquisendo come trasmissori e divulga1 tori di cultura. Per ottenere questo risultato è necessario creare uno strumento che serva 55 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==