Elena Croce intorno al '48. Colquohun compì il suo difficile lavoro senza dubitare che avrebbe inco,ntrato difficoltà nel collocarlo, ma quando si trattò di trovare un editore fu eluso da rifiuti cortesi che gli dava:no una sconfortante sensazione di assurdo; finché da un gran,de editore americano ricevé una risposta iluminante: « it is an ol1 d co1 stume piece » ( è un vecchio romanzo in costume). Questo gli aprì gli occhi sul grado di estraneità della cultura anglosassone, in cui la vena italianizzante è quasi scomparsa, a un'opera della natura dei Proniessi Sposi, e si rese conto che ·per pubblicarli non bastava seguire una normale trafila editoriale, ma occorreva compiere 11na specie di opera missionaria, propagandando Manzoni come se fosse il prodotto di una civiltà sconosciuta. E nel giro di tre anni, essendo divenuto egli stesso un manzoniano contagioso anche per gli italiani (dal discorso con lui è nato in parte il bel libro di Alberti), riuscì a pubblicarli facendo dei Proniessi Sposi una scoperta letteraria inglese. Quest'esempio che abbiamo citato ci sembra indicativo proprio nella misura in cui non ha corrispondente coll'attuale situazione editoriale, soprattutto in Italia. Da noi non esistono fenomeni di chiusura verso i classici stranieri di questo tip_o, né tanto meno editori da cui si potrebbe avere una risposta così innocentemente barbarica. Se mai, molti ,dei no·stri editori sono degli intellettuali, e la difficoltà di 11ntraduttore nel presentare un equivalente dei Promessi Sposi (penso in questo momento a un grande classico che, più che l'equivalente dei Promessi Sposi si può dire il suo opposto, il Libro de Buen· Amor, dell'Arciprete de Hita, di cui da anni una ottima traduzione non riesce a trovare un collocamento) provengono da una inevitabile scissione tra ciò che è gusto personale e quelle che sono esigenze di politica culturale, e cioè dalla necessità di avere in vista quel mercato di alto livello medio a cui si è accennato, il quale viene regolato non da c,riterii propriamente commerciali (fornendogli un prodotto di intrattenimento ed informazione di tipo popolare), ma da suggestioni snobistiche, da una complicata alchimia per cui si vuol dare l'impressione a questo mercato che esso è sempre rifornito di materiale di avanguaridia, e con le conseguenze conformistiche che ne derivano. In paro1e povere, una legge ferrea domina le scelte di una editoria che si rivolge all'alta cultura di massa, ed è quella che qualsiasi opera, anche la più astrusa e noiosél:, può essere pubblicizzata co·me una grande attrazione, purcl1é rientri nell'ambito dell'avanguardia. Naturalmente, poiché l'avanguardia d'oggj no,n produce né si propone di produrre opere, rientra nell'avanguardia tutto ciò che essa può considerare come suo antenato, ·e quindi ogni autore che porti il marchio di quella classicità, o di quella moralità kantiana o cristiana, contro cui si è mossa l'originaria protesta romantica. Protesta dalle cui premesse l'avanguardia non si è mai, in un secolo e mezzo, distaccata. Questa distinzione si può fare persino in uno .dei generi più comn1ercialmen te romantici che oggi sono stati rimessi in voga. Su Dracula, prodotto letterario quasi ridicolo, si scrivono, sopratutto in Gern1ania, veri e propri saggi, mentre di Sheridan Le Fanu (ispiratore del Va,npiro di Dreyer) che è scrittore di vero pregio (di cui in Italia esiste un insufficiente paperback) 54 Bibiiotecaginobianco
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