NOTE DELLA REDAZIONE L' Italia nucleare Nell'ultimo fascicolo della rivista « Sapere » ( il secondo della nuova serie diretta da Adriano Ruzzati-Traverso) una nota di redazione mette giustamente a fuoco un problema grave per lo sviluppo della nostra economia e della nostra infrastruttura energetica: qitello delle centrali nucleari. Prendendo lo spunto dalle dichiarazioni ufficiali fatte dal Ministro per l'Industria, il 2 dicembre u. s., nel giorno celebrativo del venticinquesimo anniversario della pila di Fermi, «Sapere» si do1nanda anzitutto come è possibile fare affermazioni co,sì ottimistiche, mentre la realtà è tutt'altra. Si è detto che l'Italia si trova al terzo posto nella graduatoria dei paesi per le applicazioni pacifiche dell'energia nucleare, ed invece è al quinto posto con 61 OMW e installati (dopo gli Stati Uniti, Gran Bretagna, URSS e Francia), ma tale posizione diviene quella di decima se si tiene conto, non dicasi dei progetti, ma delle centrali in costruzione a tutt'oggi, e cioè praticamente a parità con l'India, ma dietro alla Svizzera, alla Spagna e al Giappone. Gli è che l'Italia è l'unico paese del mondo che, pur avendo in funzione tre centrali nucleari dal 1964, oggi, nel 1968, non solo non ne ha nessuna in costruzione, ma non ha neanche passato ordini in proposito. Si parla bensì da tempo da parte dell'Enel - che ovviamente, per la legge di nazionalizzazione, possiede e gestisce le prime tre centrali - di ordinare una quarta centrale di oltre 500 MWe di potenza e poi di procedere col ritmo sostenuto di una all'arino; ma per ora si tratta solo di parole, pe'rché nulla si sa di preciso e comunque, anche se sondaggi sono stati fatti, ordini non ne sono passati. Il che importa - si badi - che, se anche una decisione verrà presa nel corso dell'anno, ma ne dubitiamo, la centrale non potrà essere in funzione prima del '7 3, cioè a ben nove anni di distanza dall'entrata in funzione dell'ultima delle tre (quella di Trino Vercellese) oggi in esercizio. Un divario di tempo veramente notevole per un paese che è stato tra i primi a partire in questo nuovo settore, proprio perché carente di altre fonti termiche tradizionali e pressoché .all'esaurimento delle fonti idroelettriche! Se a ciò si aggiunge la stasi di tutta la potenziale industria costruttiva di impianti nucleari - pubblica o privata - anche per carenza di ordinativi e per mancanza di direttive da parte dell'unico potenziale cliente, l'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica, il quadro sarà completo. E anche se ci si risponderà. che vi sono nuove iniziative in corso, come il reattore CIRENE, possùzmo fin d'ora dire che si tratta indubbiamente di una esperienza di grande interesse tecnologico, ma che ha tutta l'aria di essere sbandierata in ogni occasione per coprire l'assoluto vuoto sul piano della produzione mediante reattori di polenza già « provati». 48 ... Bibliotec·aginobianco
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