I ... I I successori di Johnson stinzione tradizionale tra conservatori e progressisti non ha più alcun significato. Nessuno dei quattro personaggi in lizza può essere definito un uomo di destra. Non lo sono ovviamente Kennedy e Mc Carthy, che hanno centrato 1 la loro campagna sul tema del rinnovamento della società americana ed hanno l'appoggio delle forze più giovani e più dinamiche del paese. Ma non lo è, in fondo, (cioè nel senso tradizionale del termine) neppure Humphrey, che fino a qualche anno fa era considerato un uomo di sinistra e ancora oggi è molto po·polare nei si11dacati e predica una filosofia politica di tipo vagame11te populista, fondata sulla protezione degli umili e sulla difesa dei piccoli interessi co1 ntro il potere delle grandi concentrazioni economiche. E non lo è neppure J ohnson, che quattro anni fa è entrato alla Casa Bianca con in tasca il programma della Grande Società e con la ferma intenzione di passare alla storia come il Presidente democratico che ha saputo portare avanti la grande tradizione di Roosevelt. Ciò che divide i « johnsoniani » dagli « antijohnsoniani » è la guerra nel Vietnam. Ma la guerra nel Vietnam ha un valore emblematico. In realtà non è soltanto la fine delle ostilità o una diversa politica nel Sud-est asiatico che è in discussione, ma tutta la politica americana degli ultimi cinque anni. Il ritiro di Johnson è legato ad una sola variabile: l'evoluzione della situazione vietnamita. Nella dichiarazione del 31 marzo il Presidente si è impegnato ad utilizzare il tempo e le energie che gli rimangono per portare la pace nel Vietnam. Se riesce a raggiungere questo obiettivo, la sua popolarità può aumentare in misura tale da convincere i delegati della Convenzione a votare in blocco sul suo no1ne senza tener conto del suo ritiro e dei risultati delle primarie. Un altro modo per farsi ·« plebiscitare » dalla Convenzione sarebbe quello di dimostrare, in caso di fallimento delle trattative, che la pace è impossibile e che l'unica linea possibile è quella della escalatio11. Finora però non vi so•no ragioni per supporre che Johnson non abbia rinunciato sul serio e definitivamente alla Presidenza. La sua dichiarazione è stata molto impegnativa e un ripensamento potrebbe essere giustificato soltanto- da circostanze veramente eccezionali. Le possibilità di Humpl1rey so·no legate al fatto che eglì è il delfino di Johnson. Il seguito personale di Humphrey e la sua posizione economica non sono tali da consentirgli da solo la scalata alla Casa Bianca. Humphrey ha cominciato la sua carriera politica nel Minnesota nel 1945. È stato Sindaco della città di Minneapolis e .Senatore di questo Stato, che è lo stesso da cui proviene Mc Carthy. Fino a poco tempo fa ne controllava l'organizzazione democratica. Negli ultimi tempi ha dovuto subire la concorrenza degli amici di Mc Carthy. , 41 Bibiiotecag i nobianco
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