Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

.. I I con1unisti italiani e l'analisi del capitalismo forme che tenderebb·e al soddisfacimento organico delle aspirazioni -:di .benessere e di progresso delle grandi masse »~Allo stesso modo· veniva rigettata « la tendenza a ritenere che il grande monopolio industriale, con le sue ramificazioni finanziarie stellari, sia oggi l'unico, fattore della situazione, il dominato,re esclusivo della vita sociale in tutti i suoi aspetti e che siano scom.parsi, quindi, i contrasti interni alle classi borghesi, con le loro necessarie conseguenze politiche ». Al contrario, si riteneva che in Italia « l'andamento ·ciclico del processo di produzione cap~ta- .listico è .stato confermato, anche se il ciclo non si è manifestato nelle .forme _di prima, sia per motivi che si sono presentati in tutti i paesi sconfitti nell'ultima guerra e in cui si dovettero affrontare ampi problemi di ricostruzione e di rinnovamento tecnico, sia a seguito 'di speci- .fiche misure cui il sistema capitalistico fa oggi ricorso per attenuare gli squilibri più gravi ». In questo quadro lo stesso « passaggio al capitalismo mo·nopolistico di stato » appare come « un indice della crisi generale del capitalismo », dimostrando che « il sistema capitalistico non è più in grado, senza l'intervento dello stato, di fronteggiare i problemi della produzio,ne allargata e i problemi posti dall'avanzata di un ·movimento di massa», a causa « dell'acutizzarsi della contraddizione di fondo tra il carattere privato dell'accumulazione e il carattere sociale della produzione ». Così si assiste a « un tentativo di risolvere, almeno parziaimente, questa co,ntraddizione nell'ambito del capitalismo stesso•, senza che debba essere trasformato tutto il sistema ». Allo stesso modo, non potendosi negare che « il ricorso, al capitalismo monopolistico di stato » d·etermina « contraddizioni e contrasti con gli interessi immediati settoriali e corporativi dei monopoli », lo si spiega come « libera scelta delle forze dominanti del sistema» solo nella limitata misura in cui l'intervento crescente dello stato non è l'alternativa, « in presenza di una classe operaia che lotta su posizio,ni di classe », ad un « esplojdere tumultuoso delle contraddizioni del sistema». Naturalmente, a determinare « i tipi e le forme di capitalismo di stato, » intervengo,no poi « le caratteristiche concrete, storico-politiche, di o,gni singolo stato »; ed è perciò che, « se le com.ponenti politiche del processo in atto vengono ignorate e sottovalutate, diviene impossibile comprendere molti aspetti di esso, l'intreccio originale delle co1 ntra 1ddizioni non solo di ordine strutturale ma anche sovrastrutturale che esso determina e le possibilità per le fo·rz~ democratiche antimonopo,listiche di utilizzare determinati aspetti. d,el capitalismo di stato, per determinare un tipo di· sviluppo economico » - 9 ~ · Alcune caratteristiche di questa anali~i meritano di essere sotto- .. , 9 Ivi, p,p. 678 segg. :27 Bibli.otecaginobianco

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