Giuseppe Galasso gresso, il giudizio sull'Europa capitalistica, per la quale però - cosa piuttosto rara nei documenti ufficiali del PCI - si ammetteva che « nel complesso, anche a causa di debolezze nell'ordina1:11ento ~ nell'azione delle forze comuniste, la lotta per la distensione e per la pace e per il rinnovamento economico e sociale non avesse acquistato (ancora) l'efficacia e l'ampiezza necessarie». Si rilevava che nell'Europa occidentale « il capitalismo, nel complesso, ha continuato a svilupparsi entro i limiti e sotto il segno sempre ipiù marcato del predominio delle grandi concentrazioni monopolistiche». La penetrazione economica americana appariva accentuata e all'origine sia di una maggiore dipendenza dei grup·pi dirigenti europei alla politica americana e di una liquidazione delle residue illusioni sulla « terza via», sia di una serie di resistenze antiamericane sempre !Più forti, come quelle della Francia gollista. Nell'insieme, comunque, anche il giudizio sui paesi capitalistici dell'Europa era fortemente negativo, non essendo riusciti, a parere dei comunisti italiani, i loro gruppi dirigenti « ad affermare una propria concezione dei rapporti internazionali che andasse oltre quella statunitense fondata sulla divisione del mondo in sfere di influenza, né a muoversi su un terreno nuovo per quanto riguarda i problemi della sicurezza europea, né a staccarsi, per quanto riguarda i paesi di nuova indipendenza, dal neocolonialismo, che ha anzi trovato nel MEC uno .dei suoi strumenti». E una gran parte della responsabilità ne veniva fatta risalire ai socialdemocratici europei, laburisti compresi, e ai « partiti d'ispirazione cattolica, i cui gruppi dirigenti hanno nel complesso attivamente resistito alle stesse sollecitazioni della Chiesa cattolica per lo sviluppo di un'iniziativa di pace. A sua volta il PCI si preoccupava, - però, di chiarire che il suo orientamento non era per « una politica di isolamento nazionale», bensì per « una iniziativa a livello europeo ... unica alternativa democratica ... sia all'atlantismo sia al nazionalismo gollista» s. In tal modo, attraverso i suoi successivi congressi, il PCI è venuto d,elineando l'articolazione pratica del suo giudizio sulla politica internazio,nale do.po la secojnda guerra mo,ndiale. Non è un giudizio che - come si è no,tato - abbia un fondamento ideologico originale rispetto alla nota teorizzazio,ne marxista e leninista dell'imperialismo e dei monopoli come fase ultima dell'evoluzio,ne capitalistica. Noi ne vedremo in seguito alcuni particolari più dettagliati nell'analisi che il PCI ha co,n·dotto sul capitalismo• italiano. È, tuttavia, da notare la progressiva accentuazione che le tesi ufficiali del PCI sono venute a dare al rilievo della nostra epoca co1 me epoca del passag.gio dal capitalismo al socialismo, . come epoca del progressi,,o indebolimento delle forze del capitalismo, come epoca in cui i pro,blemi della rivoluzione (a causa delle modific·azioni provocate nel feno,meno della guerra dell'avvento delle armi atomiche e nucleari) si possono• e si debbono risolvere attraverso i processi 5 VII Congresso, cit., pp. 15-16; VIII Congresso, cit., pp. 922 segg.; IX Congresso, cit., vol. II, pp. 229 segg.; X Congresso, cit., 1P·P. 651 segg.; XI Congresso, cit. pp. 687 segg. 20 Bibiiotecaginobianco
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