Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

.. I I comunisti italiani e l'analisi del capitalismo però, le condizioni di estrema arretratezza econornica, la debolezza e an• che il non ~empre giusto orientamento delle forze popolari, han-no offerto un terreno favorevole per la pressione, il ricatto, l'intervento, l'azione di divisione compiuta dalle forze imperialistiche e neocolonialiste ». Di qui il congresso vedeva derivare lo spostamento a destra della situazione politica in molti paesi, come in Indonesia, e la rottura del fronte relativamente unitario del « terzo mondo» stabilitosi negli anni precedenti; rilevava che di fronte a ciò « l'azione dei paesi socialisti e del movimento operaio internazionale - che pure ha rappresentato un elemento decisivo per aprire e portare avanti il processo di decolonizzazione --1 non si è rilevata sempre adeguata alle necessità e ai problemi delle differenti situa- . . ZlOill ». Ma una nota ancor più importante dello stesso 110 congresso va probabilmente ravvisata nel fatto che a costituire il contesto dell'analisi congressuale della situazione internazionale confluiva ora anche una serie di osservazioni sul contrasto cino-sovietico e sulle divergenze interne del movimento comunista. In tal modo - e in implicita contraddizione con la tesi del PCI già ricordata, secondo cui i contrasti tra partiti comunisti non dovrebbero coinvolgere gli stati dei rispettivi paesi, -- si veniva ad ammettere proprio il carattere statale e internazionale di tali contrasti. È sintomatico, ad esempio, che fosse ricordata come « errore tipico che prese forme esaspera te nell'epoca di Stalin » la « incomprensione della ne-- cessi tà di partire, nel porre il problema della collaborazione e ·dell'unità di paesi socialisti, dal riconoscimento e dall'accettazione» delle loro oggettive differenze e « da una giusta valutazione del ruolo del sentimento nazionale», definito - con ;parole di Togliatti -- come « una costante del movimento operaio e socialista per un lungo periodo dopo la conquista del potere». Sintomatica, inoltre, anche la denuncia della tendenza talora mostrata dall'URSS « a presentarsi sulla scena internazionale come unica rappresentante di tutti gli stati socialisti». Nel complesso, però, la fu·nzione dell'URSS non solo veniva giudicata positiva e insostituibile, ma veniva difesa contro le polemiche di parte cinese con il rigetto di « una strategia mondiale fondata su una indiscriminata contrapposizione dei paesi sottosviluppati ai paesi sviluppati, facendo scomparire la funzione d'avanguardia della classe operaia», o sull'intendere « la lotta per la salvezza della pace mondiale ... in contrasto con il diritto dei popoli alla libertà e all'indipendenza». Dati, infatti, i « mutamenti qualitativi intervenuti nel carattere della guerra», la salvaguardia della pace mondiafe veniva dichiarata per i marxisti una questione di principio allo stesso titolo ch·e il diritto dei popoli alla libertà e all'indipendenza. E il congresso faceva rilevare come sussiste?se la pratica possibilità cli piegare l'imperialismo anche sul terreno delle scelte di pace ricordando che « ogni qualvolta l'imperialismo è stato incalzato da tutte le forze antimperialiste sul terreno della distensione e della pace, esso è stato obbligato a rinunciart alla sua assurda pretesa di difendere con la forza· lo status quo e di sof-· focare i moti dei popoli ». Ciò veniva a convalidare il giudizio dato s.u « le contraddizioni e le difficoltà in cui urta l'imperialismo» e sulla sua diminuita possibilità di ~ondizionare, come forza egemonica, la vita del mondo contemporaneo. · Più complesso e meno lineare riusciva, invece, nelle Tesi dell'llO con19 Bibiiotecaginobianco

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