Nord e Sud - anno XV - n. 101 - maggio 1968

.. I Lettere al Direttore Se, dunque, il 19 maggio dovessero essere depositate nelle urne milion_i di schede bianche, quale sarebbe il loro significato? Come distinguere gli elettori « bianchi » alla Turco dagli elettori « bianchi » di tipo nazifascista? Turco ritiene che le schede bianche costituireb.bero la più efficace protesta di una sinistra ,delusa: ma « Ordine nuovo» ribatte che un simile tipo di protesta, essendo diretta contro il sistema parlamentare, sarebbe una protesta di natura totalitaria e fascista. Ecco perché io ho scritto, e tomo a scrivere con tranquilla coscienza, che fondamento primo di ogni vita democratica è la consapevolezza che ciascuno deve avere del proprio diritto-dovere di scegliere. E veniamo al secondo punto. Turco cita una frase dell'editoriale in cui si ricoJ.1da come la condizio·ne del cittadino italiano sia una condizione di privilegio rispetto a quell'a in cui versano centinaia di milioni di uomini; in questa frase ravvisa « il più vieto paternalismo autoritario e repressivo». Caro Turco·, io mi sono riferita a fatti precisi. Come Lei stesso ammette, non si può negare che la situazione italiana sia infinitamente migliore di quella greca, o di quella vietnamita, o di quella di tanti paesi del Sudamerica. Da questa constatazione oggettiva, non discende, naturalmente, la conclusione che in Italia tutto vada nel migliore dei modi, e che il cittadino insoddisfatto sia una sp·ecie di figliolo sconoscente. Al contrario, io ho elencato, una lunga serie di problemi, di gravità anche notevole, che dobbiamo affrontare e risolvere. Ma non ne consegue che la volontà di risolverli si debba identificare con il clamore, o, peggio, con l'isterismo protestatario. Se poi nella nostra classe politica questa volontà di risolvere i problemi vi sia, o se invece manchi, ed in quale misura, è un discorso diverso: un discorso, in altri termini, che va fatto « dal di dentro » e non « dal di fuori ;>. Il rinnovamento della società italiana - che, certo, è indispensabile - si traduce, a mio avviso, nel portare avanti la lotta democratica, cercando• di dare un significato più autentico e più concreto all'ideale di libertà, allargando la partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica, muovendo alla ricerca di contenuti nuovi, capaci di restituire al clima politico del paese una più alta tensione morale; non già tornando indietro, non già imputan·do lo scadimento e l'involuzione delle strutture e dei valori a quel sistema parlamentare che rappresenta pur sempre la garanzia necessaria, anche se qualche volta insufficiente, di una ·società che voglia essere libera. Perciò, se il proposito di avviare un discorso critico, anche severo, dal « di dentro », significa macchiarsi ,del « più vieto paternalismo repressivo », ebbene, confesso di essermene macchiata; così come se ne è macchiata, e continuerà a macchiarsene, la nostra rivista. Quanto al resto, c'è poco da aggiungere. Per ciò che riguarda l'accenno da me fatto ai movimenti pacifisti, debbo credere che Turco ne abbia frainteso il significato. Difatti egli sembra co1 nvint~ che io abbia voluto alludere ai « vietniks ~calmanati ». Ma i « vietniks scalmanati» non sono pacifisti: sono persone, o gruppi, che hanno preso posizione contro la guerra ameri-·. cana nel Vietnam, e che quindi appoggiano la guerra che, contro gli ameri123 ·sibiiotecag inobianco

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