Rosellina Balbi di maggio presentano la pro·pria candidatura una dozzina circa tra partiti e movimenti vari. Oltre alle forze politiche già rappresentate in Parlamento (le quali, co,me è fin troppo noto, sono molto più numerose -di quelle esistenti nelle assemblee legislative di altri paesi, a Oriente come a Occidente), l'elettore italiano trova raffigurati sulla sua scheda parecchi altri simboli: difatti, la sola condizione che la legge del nostro, paese fissa perché un qualsiasi cittadino possa proporre all'elettorato alternative « più valide e più reali » è questa: che -il cittadino in questione riesca a ,trovare poche centinaia di firme a sostegno della lista-alternativa . . Ora, con questo non voglio ·dire che in Italia non si possono trovare alcune centinaia di persone che condividano il pensiero politico di Turco. Voglio dire soltanto che l'affermazione di Turco, secondo la quale esisterebbero altre scelte (elettorali) al di fuori dello schieramento dei partiti ufficialmente candidati, è assurda. L'arco dello schieramento po-litico, italiano va dalla sinistra comunista e socialista fino alla destra monarchica e fascista. E all'interno stesso dei vari partiti vi sono anche troppe correnti e frazioni. Non è questione, dunque, di una scelta troppo ristretta. È la stessa scelta elettorale che viene messa in discussione da Turco, e con lui dagli elettori « bianchi ». Lo amm·ette implicitamente ,del resto lo stesso Turco·, quando afferma che il sistema è tale, per cui « l'approccio riformistico, per ' illuminato' che voglia essere, risulta necessariamente insufficiente e inadatto - in quanto diretto ad attaccare i sintomi dei malanni sociali, senza toccarne però le radici - e debba (sic) perciò essere sostituito da un approccio di rinnovamento e rivolgimento ben più profondo e sostanziale ». Che cosa può essere, quest'altro tipo di approccio? Se non è riformistico, non può essere che rivoluzionario. E in tal caso non è più questione di schede, bianche o d'altro colore. Scopo delle schede bianche, si 1dice, sarebbe quello di « frustare » i partiti perché il loro « approccio riformistico » si faccia più risoluto. Ma se l'approccio riformistico è co-munque insufficiente e inadatto, a che serve frustare i partiti perché lo rafforzino? Il ragionamento di Turco, se è conseguente, porta ad una sola conclusione: che la scelta elettorale, ossia il sistema parlamentare, è da respingere . . Ne è una conferma, d'altronde, il fatto che il voto « bianco » è caldeggiato anzitutto dalla ·destra più dichiaratamente reazionaria e nazifascista. Sono infatti quelli ,di « Ordine nuovo» a rivendicare (vedi la lettera inviata in ·data 23 aprile al « Corriere della Sera») il merito di essere stati « i primi fautori di questo valido strumento di contestazione globale al sistema dei partiti ». Giustamente, essi dànno alla scheda bianca il significato di contestazione globale, non già, come sostiene, Turco, della società, ma puramente e semplicemente del sistema dei partiti, cioè della democrazia pluralistica. Per «Ordine nuo·vo•», la scheda bianca è una «scudisciata protestataria» che dovrebbe servire alle « aristocrazie morali, che ancora, nonostante tutto, sopravvivono nella nazione· e sono fuori dei partiti » a « capovolgere la nefanda situazione politico-morale che am,morba il nostro paese». Un discorso chiarissimo, come si vede. 122 Bibliotecaginobianco
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