.. I Lettere al Direttore così scopertamente tipici della conservazione e perfino della reazione finiscono per trovare acriticamente tanta generosa parte ed ospitalità negli scritti e nell'espressione del pensiero di gruppi che intenderebbero rappresentare le forze più illuminate e genuinamente progressiste della democrazia e che si prof essano eredi e depositari della cultura più avanzata a difesa dei Vialori dello spirito, e quando tutto ciò avviene all'insegna di una con,discendenza intimidatoria, non può non ingigantirsi il dubbio che questo non costituisca soltanto uno sfortunato accidente dovuto ad una mo,nentanea vis polemica. Quando si assiste a tutto ciò, dicevo, allora davvero si riceve un ulteriore incentivo a dar ragione a quanti sostengono che la contestazione, se ha da esservi, non può che essere globale: così come globale si rivela alla fin fine essere il conserlÀ,atorismo autoritario, che, al di là d'ogni apparenza formale ed esteriore, pervade le strutture della nostra società e le forze politiche d'ogni colore e tendenza che le sostengono. CARLO TURCO (Juantunque la lettera di Carlo Turco sia indirizzata a] Direttore, ritengo che spetti a me di rispondere. Ciò non soltanto perch~ l'articolo apparso nel numero di marzo di « Nord e Sud» (del quale Turco critica di sfuggita la frase relativa ai movimenti pacifisti) porta la mia firma, ma soprattutto perché mio è il « disgraziato» editoriale del numero di aprile, che tanto ha indignato il nostro corrispondente. Vorrei anzitutto dire che la lettera di Turco ci è pen,enuta quando il numero di maggio di « Nord e Sud» era già, co1ne suol dirsi, « chiuso »; pubblicarla significava perciò dover rivoluzionare l'intera impaginazione e sacrificare qualche articolo. Pure, l'abbiamo pubblicata ugualmente; a elezio,ni avvenute, difatti, l'argomento trattato da Turco avrebbe perduto gran parte della sua attualità, specialmente se il fenomeno delle schede bianche non risulterà avere quelle proporzioni massicce che alcuni paventano, e che viceversa altri, come appunto Turco, così vivamente si augurano. Cercherò, per prima cosa, di riassumere il pensiero del mio contraddittore. Mi sembra che esso si articoli sostanzialmente in due punti. Primo punto. Votare scheda bianca non sarebbe, come ho scritto io, rifiutarsi di scegliere, bensì « rifiutarsi di operare una scelta ristretta alle alternative che all'elettore vengono offerte dallo schieramento dei partiti ufficialmente candidati ». Secondo punto. Le argomentazioni dell'editoriale, che Turco giudica improntate ad una « condiscendenza intimidatoria », e soprattutto tipiche « della conservazione e perfino della reazione», finirebbero per dare ragione ai sostenitori della « contestazione globale », visto. e considerato che il conservatorismo autoritario pervade anche quei gruppi « che intendereb,bero rappresentare le fo·rze p·iù illuminate e genericamente progressiste della democrazia». Comincio col rispondere al primo punto. Alle elezioni di questo mese 121 Bibiiotecaginobianco
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