.. Carlo Turco che, in sede elettorale, appaia in grado di soddisfare quella coscienza del « proprio diritto-dovere di scegliere » cui si appella « Nord e Sud ». È proprio ciò che può accadere - per attenermi, naturalmente, alle 1notivazioni della niia scelta, che però penso di condividere con non pochi altri - quando si è maturato un duz1lice ordine di convinzioni. In primo luogo, cioè, si è sviluppata la convinzione che i molteplici mali che affliggono, spesso aggravandosi e moltiplicandosi, la società i-n cui viviamo, non siano un che di accidentale od incidentale attinente al suo funziona1nento né possano essere ricondotti ad un problema di « efficienza» del sistema - per. lata che intenda essere l'accezione del termine - ma abbiano la propria matrice comune in problemi più profondi, che attengono alle strutture stesse di questa società ed all'essenza di questo sistema. Problemi di fronte ai quali. quindi, l'approccio rifor1nistico, per « illuminato » che voglia essere, risulta necessariamente insufficiente ed inadatto - in quanto diretto ad attaccare i sintomi dei malanni sociali, senza toccarne però le radici - e debba perciò essere sostituito da un approccio di rinnovamento, e rivolgi,nento ben più profondo e sostanziale. In secondo luogo, poi, si è pervenuti alla convinzione che i partiti della sinistra, ivi compresi quelli che pur si richiamano istituzionalmente ad ideologie ed obiettivi rivoluzionari, non appaiono disposti o capaci, almeno nel momento attuale, di rappresentare e tradurre in realtà politica organizzata ed operante questa volontà di rinnovamento e di alternativa: e ciò perché,· da un lato, ripetono 1 al proprio interno gli stessi vizi strutturali della società che affermano di voler combattere (autoritarismo dei vertici, burocratizzazione degli apparati, depotenziamento delle opposizioni interne e dell'autocritica, distacco dalle basi, ecc.) e, dall'altro lato, appaiono sempre più inclini, nel perseguimento a qualsiasi prezzo di una qualche partecipazione al potere, a sacrificare progressivamente il ruolo di un'opposizione più attiva, ampia, incisiva di quella confinata all'olimpo parlamentare, di un'opposizione che sappia rinnovarsi di continuo nei metodi e nei contenuti di lotta e recare così un contributo più diretto ed immediato al condizionamento delle forze già al potere e delle stesse strutture del potere, al rinvigorimento della lotta politica nel paese, ed anche, di conseguenza, ad un rinnovamento interno che costituisce. una premessa indispensabile per trasferire all'esterno una carica realmente innovatrice. Indipendentemente da quelle sopra accennate o dalle altre possibili mo-. tivazioni, comunque, sostenere che votare scheda bianca costituisca necessar:iamente un rifiuto a scegliere è possibile e lecito soltanto partendo dal presupposto che per libertà di scelta debba intendersi quella limitata all'espressione di una preferenza per uno qt1alsiasi dei partiti che si contendono i voti dell'elettorato. Ma è facile osservare come si tratti di un presupposto che si ha ben il diritto - il diritto-dovere, anzi - di respingere: non meno di quanto abbiano diritto i cattolici di respingere ogni tentativo di coazione morale nella delimitazione della propria libertà di scelta politica da parte dei vescovi della loro chiesa. 118 Bibliotecàginobianco
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