I I LETTERE AL DIRETTORE Gli elettori " bianchi " Egregio Direttore, sarei un bugiardo se aff er1nassi che la posizione espressa dall'editoriale di « Nord e Sud» di aprile, contro la scheda bianca, rni coglie di sorpresa: non piccola sorpresa - e non precisamente edificante - è riuscita ancora a destarla in 1ne la scelta dei 1nodi e degli « argomenti » usati, nonostante l'allenamento a quanto dì recente è stato scritto in proposito da organi corn.e il « Corriere della Sera », « Panorama », « l'Unità », « Il Globo », « La Stampa» (tanto per citare a caso). Come Lei ben sa, non sono più un « giovane »: ma l'editoriale di cui so·pra riguarda anche me, poiché anch'io - come molti « giov.ani » e molti altri non più t,ali - mi propongo di votare scheda bianca nel prossimo 1naggio. E poiché a suo tempo - appunto, quando ancora potevo definirmi un « giovane» - facevo parte dei collaboratori di «Nord e Sud», sento· di non potermi esimere dal manifestarLe apertamente e pubblicamente il mio pensiero su quell'editoriale. Credo sia meglio lasciare da parte gli « argo1nenti » che si risolvono, in misura più o meno aperta, nell'insulto: qualun.quismo, immaturità, vigliaccheria, accidia e via dicendo non sono il fondamento necessario ed esclusivo delle ragioni che possono indurre a votare scheda bianca; le stesse qualità possono egualmente motivare (e di fatto sappiamo che motivano) anche molti degli elettori che non votano affatto, di quelli che esprimono un voto nullo, così come di quelli che conferiscono il proprio voto a questo o quel partito - per non dire del peso che possono avere nel motivare candidature di uomini e di partiti. Ciò, peraltro, non giustifica indiscriminate generalizzazioni, per cui l'insulto, anche se comprensibile frutto della passione politica di parte, specie in clima elettorale, non è un argomento. Ritengo di poter invece ravvisare l'argomento di base implicito nel citato editoriale di « Nord e Sud» nella tesi che votare scheda bianca equivalga ad un «rifiutare la scelta», ad un venir meno della coscienza «del proprio dirittodovere di scegliere ». Ma tale equivalenza, che viene data per ovvia, appare viceversa inco-nsistente. Votare scheda bianca non significa rifiutare di scegliere ma, più limitatamente e specifica1nente, rifiutarsi di operare, in sede elettorale, una scelta ristretta alle alternative che all'elettore vengono offerte, hic et nunc, dallo schieramento dei partiti ufficialmente candidati. Significa cioè disconoscere, più o· meno consapevolmente che sia, l'esistenza, tra questi partiti, di alternative valide, reali; significa considerarle delle pseudo-alternative che, COnJ,etali, si vogliono respingere in quanto negatrici di una alternativa e di una possibilità di scelta effettiva. In questo senso, cioè, votare scheda bianca può ben essere l'unica scelta 117 Bibiiotecaginobianco
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