.. I La politica di sviluppo regionale nella esperienza italiana veranno i nostri futuri problemi a seconda che nell'utilizzo della forza di lavoro meridionale prevalgano gli effetti prodotti dall'esodo oppure quelli prodotti dallo sviluppo economico dell'area. Nell'ipotesi astratta di un esodo totale avremmo una rilevante accentuazione dei fenomeni ,di congestione di cui già soffrono, parecchie aree industrializzate esterne al Mezzogiorno, un rallentamento dello svilup1po industriale già iniziatosi nel Mezzogiorno, sviluppo che sarebbe affidato solo all'aumento della produttività dei già occupati e, infine, l'insorgere di tutti i problemi di assistenza conseguenti all'esodo della parte più vigorosa della popolazione. All'altro estremo, rappresentato dall'ipotesi della cessazione totale delle correnti migratorie, avremmo una frenata piuttosto brusca dello sviluppo in·dustriale del Centro-Nord e, quindi, considerando le sole ripercussioni di tale evento sullo sviluppo del Mezzogiorno, una minore disponibilità di capitale investibile nel Mezzogiorno stesso. Si è già rilevato più sopra a questo riguardo che il Mezzogiorno, ad oltre un quindicennio dall'inizio del processo di sviluppo, prod·uce un reddito appena sufficiente ai propri consumi e può progredire solo grazie alle risorse che sono prodotte nel resto del Paese. Dal confronto dei due opposti svolgimenti che si sono ipotizzati, appare evidente che nella struttura di consumi e di risparmio oggi esistente nel Paese, il Mezzogiorno ha attualmente un interesse diretto alla continuazione vigorosa del processo di sviluppo del Centro-Nord; questo, d'altra parte, ha interesse a evitare fenomeni sia di ulteriore congestione nel proprio ambito, sia di abbandono nel Mezzogiorno; ambedue i fenomeni si risolverebbero in uno spreco insensato di capitale sociale, spreco di cui il Centro-Nord dovrebbe in definitiva fare le spese. Nella nostra storia si presentano dunque oggi, per la prima volta, due prospettive di grande importanza per il futuro del nostro Paese: a) l'eliminazione del -divario tra Mezzogiorno e resto del Paese è obbiettivo conseguibile a non lontana scadenza; b) il raggiungimento di questo obbiettivo è di diretto interesse per l'intero Paese e non si presenta più, come in passato, sia p·ure erroneamente, come un interesse di una parte soltanto di esso. Quantificare tale obbiettivo di interesse comune in termini di reddito e di occupazione, abbandonando le enunciazioni di tipo qualitativo (ad es.« sviluppare il Mezzogiorno»« eliminare il divario» ed altro) sembra quindi debba essere oggi una esigenza che è possibile e necessario soddisfare; necessario perché I.a limitatezza· delle forze di lavoro ancora disponibili rron consente, come in passato, azioni di recupero in caso di ritardi e di errori nelle azioni da intraprendere. 109 Bibliotecaginobianco
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