Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Gli americani di fronte al Vietnam tato· la parte migliore del movimento nazionalista e sono oggi al potere ad Hanoi. .Sotto la loro direzione il processo di selezione dei quadri, a tutti i livelli, è stato condotto con estremo rigore. Attualmente gli Stati Uniti si tro·vano di fronte avversari che per qualità intellettuali e morali, per capacità militari, politiche e organizzative, non hanno niente a che vedere con la « cricca » dei generali di Saigon. Tutte queste condizioni, però, difficilmente potranno ripetersi altrove, e gli americani hanno buone ragioni di credere che in altre circostanze e in altri paesi avranno la possjbilità di organizzare le esperienze politiche che - a ragione o a torto - essi ritengono capaci di « controllare » il processo rivoluzionario che nell'ex Indocina francese ha trovato sbocco nella guerra di sovversione diretta dai comunisti. I responsabili della politica USA, insomma, hanno molte più preoccupazioni di quante ne dovrebbero avere. Il fallito tentativo di Guevara in Bolivia ha dimostrato che la guerriglia non è il prodotto di un atto di volontà e che no-n si può fare dove mancano le condizioni oggettive per farla. Ha dimostrato anche che le possibilità di intervento degli Stati Uniti sono numerose e che in certi casi la guerriglia può essere controllata, contenuta ed anche liquidata. Questo non significa che i processi rivoluzionari possano essere cancellati dalla faccia della terra. Significa però che, se intervengono a tempo e nei luoghi adatti e se hanno il coraggio e l'intelligenza politica di modificare detern1inate condizioni sociali, gli americani non sono necessariamente perdenti su tutti i fronti. Il secondo fattore di cui il governo di Washington non sembra tenere sufficientemente conto è il carattere nazionale del comunismo vietnamita. Per quanto le loro dichiarazioni facciano pensare il contrario, il vero problema che i responsabili della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato si trovano a dovere affrontare non è quello della presunta subordinazione del Fro•nte Nazionale di Liberazione ai dirigenti di Hanoi. Gli americani sanno che il Vietnam è una nazione divisa soltanto temporaneamente. Sanno che presto o tardi sarà uno Stato unì ... tario e probabilmente sarebbero disposti ad accettare che questo Stato sia governato dai comunisti. Ma· dietro Hanoi vedono la Cina e quello che non possono accettare è che la Cina si affacci sul Pacifico meridionale e minacci in questo modo le loro posizioni nell'Asia Sudorientale. In un rapporto presentato nel 1962 alla Commissione degli Affari Esteri del Senato dai senato-ri Mike Mansfield, J. Caleb Boggs, Claiborne Pell e Benjamin A. Smith si legge: « ... se noi ci ritiriamo· [dalle nostre posi1 zioni] ...·noi lasceremo questa regione in preda alle convulsioni e al caos. Non si può prevedere esattamente quello che succederebbe, ma è quasi 97 Bibliotecaginobianco

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