Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Augusto Graziani - Gaetano Marerico - Marinella Terrasi - Salvatore Vinci che risulta perfettamente inforn1ato allorché si tratta di acquistare un televisore, un'autovettura, un prodotto meccanico _in generale, si trova ad essere repentinamente ignorante e sprovveduto allorché si tratta di acquistare un prodotto alimentare. Tutti conoscono le caratteristiche tecniche delle autovetture in commercio; chiunque saprebbe citare pregi e difetti di qualsiasi modello· italiano o straniero.· Ma quanti sarebb~ro in grado- di descrivere co·n sicurezza il potere nutritivo- di questo o quell'alimento? Vi è di più. Di fronte ad un prototipo- di automobile ·tutti sono· in grado di giudicare la bontà delle prestazioni, la brillantezza della ripresa, il consumo· di carburante. Di fronte ad un prodotto alin1entare, il consumatore saprebbe pro-nunciarsi forse sul gusto-, ma non certo sulle qualità nutritive che esso possiede; e, se per i pro-dotti alimentari freschi, esiste ancora un residuo della sapienza antica delle brave massaie, di fronte al prodotto confezionato-, conservato, precotto, surgelato·, il naufragio nel mare dell'ignoranza è definitivo. Si dirà che anche questa asimmetria è prodotto del diverso sviluppo delle industrie produttrici di beni di- consumo. L'industria meccanjca attua una politica di vendite efficiente quanto istruttiva, e fonda la propria pubblicità, oltre che su eleme11ti strettamente irrazionali, anche su una solida base di inf ormazio·ne tecnica che rende il consumatore edotto into,rrio alle caratteristiche ,del prodotto. L'industria alimentare anche sotto· questo profilo risulta molto· più arretrata, e fornisce notizie so-lo· occasionali e frammentarie intorno alle caratteristiche dietologiche del prodotto· offerto·; senza dire che, anche quando tali informazioni vengono· fornite, ben di rado il consumatore ha la possibilità di controllarne l'esattezza. Ma si può poi addossare tutta la colpa all'industria privata? In altri termini, è ammissibile che il settore pubblico si disinteressi del grado di informazio,ne che il consumatore riesce ad acquisire di fronte ai prodotti messi in vendita? Su questo punto·, concordiamo ·pienamente con la risposta negativa fo,rmulata dal dott. de Arcangelis. Il compito· di inf ormazio•ne del consumatore è troppo rilevante perché lo si possa lasciare inte,ram-ente all'iniziativa del ·settore privato, senza che la pubblica amministrazio-ne si interessi di assicurare un livello minimo di omogeneità e di correttezza nelle informazioni che il co•nsumatore riceve. Si sarebbe tentati di pensare che, nella sfera del· co·nsumo, l'indivi~uo è so·vrano e va lasciato· libero di scegliere i pro-pri acquisti con1e meglio gli aggrada, e cl1e se egli si lascia ingannare da una pubblicità disonesta, il peggio è per lui che rimane vittima della propria ignoranza. , Ma questo modo di vedere non sembra da condivid-ere, o quanto meno non può applicarsi indistintamente a tutte le categorie dei co-nsumi. 84 Bibliotecaginobianco

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