Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

.. I Argomenti lui prescelta, a differenza di quella degli abitanti delle altre nazioni europee, non risponde ai dettami scientifici, malgrado il mercato consenta reperibilità, a costi ragionevoli, di diete più razionali. La dieta dell'italiano medio, pressoché sufficiente dal punto di vista quantitativo, presenta una sua deformazione qualitativa, che rispecchia carenze in aminoacidi essenziali, in vitamine ed in calcio, carenze· messe in evidenza clinicamente nel corso delle inchieste effettuate fra le popolazioni scolastiche del Mezzogiorno, a cura del Ministero della Sanità. Se dunque, sotto l'aspetto economico, nella valutazione fa~ta sulla base del parametro calorico, « la dieta del consumatore italiano appare piuttosto carente, non tanto dal punto di vista quantitativo quanto da quello qualitativo, », dal punto di vista dietologico, dopo aver constatato l'esistenza di una sufficienza quantitativa, diventa necessario prescindere dalle valutazioni caloriche. Si deve invece supporre, tenendo co,nto- dei rilievi clinici carenziali e dei dati statistici sui consumi, che il calcio no·n viene ingerito in qua·ntità sufficiente perché gli alimenti che ne contengono in abbondanza - il latte ed i latticini - non incontrano il favore del pubblico; mentre gli aminoacidi essenziali, che trovano la loro fonte più ricca negli alimenti proteici di provenienza a·nimale, so.no introdotti in quantità insufficiente perché il consumatore italiano si rivolge a quelli più costosi, che perciò no•n possono godere di più largo consumo. Se infine le vitamine venissero intro,dotte in quantità sufficiente con gli alimenti, la dieta dell'italiano medio risulter~bbe frutto di co-noscenza e di studio e non di improvvisazio,ne individuale, cosa allo stato attuale inconcepibile in Italia. Per contro,, mentre dal punto di vista economico l'aumento del co-nsumo di grassi e di farinacei viene interpretato come conseguenza pura e semplice dell'aumento dei livelli di reddito, i due fenomeni assumo-no, dal pu·nto di vista dietologico, valore dimostrativo del cattivo impiego dell'aumento del reddito da parte -dell'italiano medio, nel senso che l'aumento, di co,nsumo dei grassi, no,n necessario, si è forse verificato perché, con l'aumento del reddito, l'italiano medio ha creduto di poter favorire qu-el piacere gustativo immediato che i grassi sono capaci di determinare. Per quanto si riferisce ai farinacei, entrati o,ramai da tempo nelle abitudini alimentari dell'italiano medio a basso reddito, il miglioramento econo,mico di soggetti spro·vvisti di informazione dieta~ logica si è manifestato ovviamente con un aumento del consumo- ap- .punto di quei prodotti a larga -diffusione, fino· al raggiungimento di livelli superiori alle necessità biologiche .. 1 In un recente trattato di· Psicologia Sperimentale, Piéro,n ricorda che « le esperienze effettuate da Osborne e Mendel hanno· stabilito· che ·.79 Bibliotecaginobianco

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