Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Antonino de Arcangelis gravi disagi eco;nomici, identifica i risultati di una buona alimentazione con motivazioni di ordine prevalentemente _quantjtativo, gravata come è ancora dal ricordo del grezzo, arduo prc)blema di semplice sazietà che ha dovuto angosciosamente risolvere nel periodo- bellico ed in quello immediatamente successivo. Ci sembra di estrema importanza la osservazione della Aschkenasy-Lelu, la quale, nel 1946, affermava che la regolazione dell'appetito « viene verosimilmente fatta sulla base di esperienze acquisite, grazie alla sensazio,ne di benessere che si collega progressivamente alla ingestione di una determinata so,stanza, e non grazie a tendenze primitive, oscure ed innate». Una simile ipotesi potrebbe avere condizionato definitivamente il comportamento della generazione di mezzo; ma p·otrebbe anche essere sufficiente a spiegare la superficialità con la quale la generazione più giovane affro,nta il problema nutritivo, priva come sembra, tra l'altro, del culto della vita in casa, del culto della mensa, che in tal senso trovava una volta ampie giustificazioni fisiologiche. Non si può dunque escludere che simili ipotesi giochino ruoli di importanza variabile nei vari strati della popolazione italiana, e possano spiegare, almeno in parte, le cause di quella indifferenza per la « saggezza del corpo ». Ci sorge anzi il dubbio che quella stessa indifferenza abbia inciso anch'essa, in qualche modo, sulla crisi ·dell'agricoltura italiana. Infatti la stessa insufficienza del reddito agricolo, che no-n è disgiunta da.I problema qualitativo della produzio-ne (emerso quest'anno vistosamente per gli ortofrutticoli, molto spesso respinti dai mercati esteri all'origine) potrebbe avere qualche legame con l'indifferenza del consumatore medio italiano- per la qualità del pro-dotto, dominando in lui l'idea della sazietà quantitativa e quel programma di risparmio sui consumi fondamentali che più facilmente consente la conquista di beni voluttuari. Del resto 1 è senza dubbio dimostrativo il fatto che in una nazione come l'Italia, gravata da seri pro-blemi di nutrizione proteica, esista una crisi, tuttora in atto, nel mercato delle uova, che restano la fonte più importante, assieme al latte, di proteine nobili e che potrebbero contribuire notevolmente a.Ila soluzio•ne di un settore del problema nutritivo italiano. Il consumatore italiano ha dunque reagito, alla modifica del proprio bilancio, « accrescendo la quota destinata all'acquisto di beni voluttuari diyenuti meno cari, e riducendo- la quota di spesa destinata all'acquisto dei beni essenziali divenuti più costosi ». Ora, se è vero che taluni prodotti alimentari hanno realmente subìto un aumento di prezzo - come nel caso della carne bo·vina, rincarata del 20% - è anche vero che il latte, il cui prezz,o si è mantenuto praticamente i11.variato, ha subìto 76 Bibliotecaginobianco

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