I Giornale a più voci ebraica? E le violente accuse rivolte dagli arabi al « sionismo», un termine che troppo spesso non è inteso nel significato che gli è proprio, ma finisce _per essere un termine di copertura per indicare l'ebraismo? Soltanto così riusciamo a intendere i ben noti propositi di sterminio, espressi da autorevoli leaders del mondo arabo alla vigilia della guerra di giugno; il solo- fatto che propositi del genere ab·biano potuto essere proclamati, sta a indicare quanto diffuso debba essere tra glr arabi il sentimento di odio, oltre che per lo Stato di Israele, per i suoi cittadini, p-er la sua gente. Dunque, la « qualità » ebraica di Israele non è un elemento che si possa trascurare di prendere in considerazione, nel giudicare i fatti del Medio Oriente. -Vo·gliamo citare ancora una volta Aron. D·opo avere osservato che molti di coloro i quali nello scorso giugno ·si lasciarono travolgere da un'ondata di emozionata solidarietà per Israele forse giudicano oggi eccessive quelle reazioni, ma non le rinnegano, Aron così continuava: « ma - ne chiedo perdono ai miei amici arabi di Tunisia, di Algeria, del Marocco, anche d'Egitto {perché non credo di avere perso la loro amicizia) - noi ci ingannavamo sulla capacità militare degli egiziani, dei giordani e dei siriani, non già sulla sorte riservata alla nazione israeliana in caso di disfatta, né sulla sorte che l'attende domani, se perde una battaglia. Gli arabi possono perdere battaglie e battaglie prima di vincere finalmente la guerra (hanno il tempo, lo spazio ed il numero), Israele perdereb·be la guerra e la vita se perdesse una sola battaglia. Davide, per la terza volta, ha abbattuto Golia, ma resta Davide, momentaneamente superiore grazie a quello che oggi si chiama intelligenza, padronanza delle tecniche; ma, dopo come prima, senza riserve, senza posi◄ zioni sulle quali ripiegare. La guarnigione assediata ha effettuato una sortita vitt_oriosa, ha allargato il suo perimetro difensivo. Continua ad essere assediata, e continuerà ad esserlo per degli anni, se non -per dei decenni». Questa è la prospettiva (realistica, non emotiva) in cui va inquadrata la questione medio-orientale. Ed è una prospettiva che non si dovrebbe mai perdere di vista. RosELLINA BALBI B·"bli9t~caginobianco -----
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