R-osellina Balbi deme, ma non si può. E non per via del famoso senso di colpa. Ma p·er il fatto che Israele è bensì uno Stato come gli altri, e come gli altri Stati ha i suoi difetti e i suoi limiti; ma ha anche una caratteristica unica, che lo distingue da tutti gli altri Stati del ·mondo, ed è quella di essere lo Stato creato dagli ebrei dopo· la seco1 nda guerra mondiale. Si tratta di una caratteristica importante, p,er il semplice fatto che l'ostilità - o magari « la_malevolenza», come ha detto elegantemente il generale De Gaulle - nei confro-nti degli ebrei, no•n si è affatto esaurita con la fine del Terzo Reich. Proviamo a guardarci intorno .. Negli Stati Uniti, che pure sono considerati come il paese più sensibile all'influenza dei grup-pi di -pressione ebraici, si verificano tuttora discriminazioni contro gli ebrei. Chi ha letto Focus di Arthur Miller, o Barriera invisibile di Laura Hob·son (!'·accostamento tra i due libri non deriva ovviamente da valutazioni di ordine artistico, ma dall'essere, l'uno e l'altro, un'agghiacciante testimo•nianza su questo argomento) non può farsi illusioni. Per ciò che riguarda l'Unione Sovietica, rimandiamo· agli scritti raccolti nel volume Gli ebrei nell'URSS (Garzanti, 1966), scritti dovuti,. tra gli altri, ad autori del livello di un Aldo Garosci o di un Franco Venturi. Ci l~miteremo qui a riportare le accorate espressioni del se~ natore comunista Umberto Terracini, che ha scritto la prefazione del libro, circa « la difficoltà di dare una valida spiegazione della politica di discriminazione nei -confronti degli ebrei, ancora in atto nell'Unione Sovietica». Come meravigliarsi, quindi, delle vignette com·parse durante la crisi dello scorso giugno sulla stampa sovietica, vignette in cui l'israeliano veniva raffigurato con gli stessi tratti so,matici caricaturali che già si erano visti sulla stampa nazista e fascista? Una cosa assurda, indubbiamente; tanto assurda che i fascisti nostrani, non essendo debitamente aggiornati, hanno potuto scrivere sui muri di una città italiana, nel giugno '67, « ~bbasso i comunisti! Via gli ebrei da Suez! ». E intanto, sono trascorsi pochi giorni solamente da quando un grosso leader comunista, il Presidente polacco Gomulka, non trovava di meglio, di fronte alla rivolta studentesca di Varsavia, che addossarne la responsabilità alle macchinazioni ebraiche. Un linguaggio, questo, che evoca ben tristi ricordi. Del resto, anche in altri paesi europei - in Inghilterra, in Francia, nella stessa Italia - si sente di tanto in tanto parlare di cimiteri ebraici violati o di sinagoghe imbrattate con le svastiche. Purtroppo non c'è che prendere atto del. perdurare dell'antisemitismo,· naturalmente tanto più grave e riprovevole -quando è avallato dall'atteggiamento dei Governi. Ma che cosa c'entra tutto questo, si dirà, con la crisi del Medio Oriente? Nel\ Medio Oriente, è in questione Io Stato di Israele. È vero. Ma è altrettanto vero che l'ostilità (comp·rensibile) degli arabi nei confronti dello, Stato ·di Israele si è tramutata da tempo in ostilità, anzi in avversione, per gli ebrei in genere. Che senso avrebbero avuto, altrimenti, le espressioni di ammirazione e di solidarietà di Nasser per il « martire » Adolf Eichmann? E le persecuzioni delle quali sono state fatt~ oggetto, nei vari paesi arabi, le minoranze di- ·religione ebraica, e finanche i cittadini stranieri di religione . \ : . 72 Bibliotecaginobianco
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