I I Giornale a più· voci a pagare. In questo, certamente, possono esserci di insegnamento; spesso, infat~i, noi ci limitiamo ad accettare gli inconvenienti dello sviluppo, salvo rallegrarci quando, in seguito, possiamo dimostrare che erano inconve11ienti necessari e che in fin dei conti ci hanno consentito di ottenere un alto saggio di sviluppo economico. MARINELLATERRASI La guarnigione assediata L'incursione compiuta in Giordania dalle truppe di Israele, con l'obiettivo di annientare le basi del terrorismo arab-o, ha dato luogo al riaccendersi delle polemiche circ~ le responsabilità, passate e presenti, della grave situazione medio-orientale. Da qualcuno si è mosso il rimprovero, a quanti nel giugno dello scorso- anno sostennero le buone ragioni di Israele, di essersi fatti trascinare dalle emozioni: più precisamente, di essersi lasciati influenzare dal senso di colpa per le terribili prove che i padri dei soldati israeliani di oggi dovettero subire. I paladini di Israele, in altri termini, si sarebbero comp·ortati più o meno come quell'affittacamere di New York che non riusciva a liberarsi, nel disbrigo dei propri affari, dal senso di colpa nei confronti dei negri: « Se mi si presenta un cliente bianco che mi riesce antipatico, gli rifiuto la stanza. Ma se mi si presenta un cliente negro, altrettanto antipatico, sono costretto a dargliela; altrimenti si penserà che gliela rifiuto non già perché mi è antipatico, m·a perché è negro» . .Ora, può darsi che qualcuno tra quelli che nel giugno 1967 si schierarono dalla parte di Israele sia stato condizionato da certi ricordi o da certi rimorsi. Per quanto ci riguarda, coerentemente con quello che abbiamo scritto nello scorso numero di « Nord e Sud», abbiamo sempre cercato di esercitare con spirito di indipendenza il nostro giudizio critico; e questo cerchiamo di fare anche oggi. Perciò, fermo restando che il fattore-chiave della perdurante tensione arabo-israeliana va individuata, secondo noi, nell'ostinato rifiuto dei Governi arabi a riconoscere il diritto israeliano all'esistenza, non ci sentiamo per questo autorizzati a dedurre che qualsiasi iniziativa presa da Israele debba, -per questo solo fatto, giudicarsi m.eritevole di solidarietà e di lode. Ha scritto recentemente Raymond Aron: « io non consento, oggi più di ieri, a sostenere incondizionatamente· la politica degli uomini politici - né migliori né p·eggiori di quelli che governano altrove - responsabili del_lo Stato israeliano». In quanto Stato, ha detto ancora Aron, Israele è uno Stato come gli altri, e dunque no.n è uno Stato « giusto». Così, per quanto si ri_. .ferisce in particolare all'incursione del 21 marzo, è probabile che il governo israeliano avrebbe fatto meglio a rinu~ciarvi, ·quali che fossero le esigenze della lotta an:ti-terrorista. E tuttavia~ chi credesse di potere prescindere, nel guardare alla crisi del Medio Oriente, dalla questione ebr~ica, avrebbe torto. Si dovrebbe prescin71 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==