Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Marinella Terrasi In quella sede fu messo in evidenza come, in base a criteri comparativi, si ·possano risco-ntrare elementi di distorsione nella struttura dei consumi privati italiani, e precisamente uno scarso sviluppo del consumo dei beni « intermedi», che sono quelli compresi fra i beni di prima necessità e i l)eni di lusso. Si individuavano, inoltre, nella distribuzione funzionale del reddito nazionale e nella struttura dei prezzi, le cause di tale distorsione. Siamo spinti a tornare brevemente sull'argomento do-po aver ascoltato alcune considerazioni fatte dal prof. Jozef Pajestka, dell'Ufficio del Piano del Governo polacco, durante una conversazione su: « Questio·ni contro:verse sulla politica di svilup-po in Polonia», tenuta all'Istituto di Economia della Facoltà di Economia e Commercio di Napoli. Riteniamo, infatti, che la conoscenza dei pro·blemi polacchi relativi alla struttura dei consumi, chiarisca ulteriormente il ruolo svolto dalla distorsione dei consumi nel processo di sviluppo economico italiano. Il prof. Pajestka ha chiarito· anzitutto quali sono le scelte settoriali che il Governo po1lacco si vede indotto a co-m.piere in funzione dell'obiettivo principale che si è po-sto, e cioè il raggiungimento• di un tasso di incremento del reddito nazionale pari al 6% nei prossimi cinque anni. Tali scelte comportano la decisioi1e di concentrare gli sforzi nei settori più nuovi e dina- ;mici della produzione, vale a dire quei settori in cui il pro·gresso tecnico e le innovazioni consentono di raggiungere una più elevata pro,duttività~ Di conseguenza i pianificatori polacchi non intendono disperdere le forze nel tenta-- tivo di co,ntrastare la tràdizionale lentezza manifestata dal s.ettore agricolo nel suo processo di crescita. Essi, infatti, ritengono che esista un saggio « naturale» di crescita del settore agricolo valutabile intorno al 3% e derivante dall'adozione spontanea del progresso tecnico da parte degli agricoltori. Il motivo di un saggio di adozione così basso va ricercato nella particolare struttura della popolazione agricola. Questa, nelle economie in sviluppo, è coinvolta nel processo di esodo che interessa soprattutto le classi più giovani e intraprendenti, mentre le classi più anziane, meno pronte a recepire le innovazio-ni, rimangono in agricoltura e ne determinano il basso saggio di crescita. D'altra parte, elevare questo saggio naturale attraverso massicci interventi di assistenza tecnica, che rendano più rapido l'accoglimento delle innovazioni anche in questo settore, appare eccessivamente costoso. « È ormai chiaro a tutti - ha detto il _prof. Pajestka - che il settore agricolo è quello più intensivo di capitale; noi, invece, abbiamo bisogno di· concentrare i nostri sforzi nei settori dove il rapporto capitale/prodotto non è eccessivamente elevato. Inoltre, ci siamo• resi conto che la pianificazione deve guardare soprattutto al futuro piuttosto che al passato, a meno che non si e~editino dal passato strozzature strutturali che impediscono al sistema · di funzionare. Ciò significa che, prima di correggere le carenze verificatesi .fino ad oggi, ci si deve preoccupare delle nuove, più efficaci_pro·spettive che si aprono per lo sviluppo economico e in funzione di queste orientare le proprie scelte fondamentali ». 68 Bibliotecaginobianco

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