Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Ugo Leone e le previsioni che si fanno nel campo dei trasporti aerei sono estremamente difficili, in quanto la realtà si riserva sempre il compit~ di mandarle all'aria. Così, ad esempio, il V Piano economico francese prevedevà un tasso di accrescin1ento del traffico aereo dell'll,5% in cinque anni: o,ggi, dopo quattro anni, l'aumento è già del 15% e' i viaggiatori, che si prevedeva sarebbero stati entro il '70, 11 milioni ad Orly e Bo,urget, saranno, invece, almeno 13 milio,ni. Questo è solo un esempio, ma dappertutto la realtà è la stessa: gli aeroporti sono saturi ed esistono problemi di ampliamento o di nuove costruzioni. D'altra parte, gli aeroporti non si costruiscono come case: occorrono 15 anni per aprirne uno al traffico ed è, quindi, vietato fare previsio·ni sbagliate. Anche in Italia il trasporto aereo ha assunto grosse dimensioni e si prevede che nel '70 gli aeroporti dovranno essere in grado di smaltire un traffico di 15-17 milioni di passeggeri, contro i no-ve milioni del '66; nel 1975 i passeggeri saranno più di 24 milio-ni. Gli aeroporti dovranno, dunque, essere adeguatamente attrezzati per accogliere e « smistare>> celermente una tale massa di viaggiatori. Per quanto riguarda gli aerei, poi,· si prevede, negli aeroporti italiani, un movimento di circa 400.000 unità nel '70 e di circa 600.000 nel '75, contro i 275.000 del '66. Per il solo aeroporto di Fiumicino è previsto un movimento passeggeri che dovrebb·e aggirarsi, nel '70, intorno ai 7 milioni ed un n1ovìmento di velivoli che, nello stesso tempo, dovrebbe superare i 150.000. Sono cifre che devono far pensare e che impongono un rapido riordinamento delle infrastrutture per tutti gli aeroporti e, in particolare, per -quelli destina ti a ricevere i ju111bo jets ed i supersonici: vale a dire, oggi, Ro·ma-Fiumicino e Milano-Malpensa. Un esame superficiale dei dati che abbiamo riferito fa immediatamente pensare ad una esplosione del traffico .aereo in Italia; fenomeno che, in realtà, è circoscritto a due sole città, Roma e Milano, nei cui aeroporti è concentrato oltre il 66% del traffico (rispettivamente il 44% e il 22% del totale). Gli altri 38 aeroporti aperti al traffico civile assorbono aliquote irrisorie del traffico totale: Venezia 4,9o/o, Rin1ini 4,7%, Napoli 3,9%, Geno·va 3,5%, Catania 3,1%, Cagliari e Torino 1,8%. Esiste, dunque, prima ancora forse che un problema di mancanza di aeroporti, un -problema di scarsa utilizzazione degli aeroporti esistenti; fenomeno che è particolarmente vistoso per ciò che riguarda il traffico interno. Ancora oggi in Italia si vola molto poco: si pensi che so1o un viaggiatore ogni 60 abitanti si senre del mezzo aereo, contro uno ogni' 10 in Gran Bretagna, uno ogni 16 in Germania, uno ogni 18 in Grecia, uho ogni .19 in Spagna. ·Questo stato di cose rende indispensabile l'attuazione di una adeguata politica dei trasporti aerei, perché l'Italia è, potenzialmente, un paese ideale per lo sviluppo del traffico aereo, disponendo di caratteristiche, quali la longilineità geografica e l'orografia accidentata, che, app·unto, favoriscono il traffico aereo rispet,to a quello di superficie: basti pens~Te che con l'aereo Bibliotecaginobianco

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