Enrico Musatti meno della « arroganza del potere » e l'uso della bomba atomica nel Vietnam diventerebbe una concreta possibilità. . Una vittoria di Nixon contro Johnson è poco :prob·abile. Un suo successo contro un democratico pacifista avrebbe forse maggiori possibilità, se non altro perché Nixon offrirebbe un programma nettamente diverso, sia p11re, a nostro avviso, infinitamente più nefasto per l'America e per tutto il mondo. Come è noto, Nelson Rockefeller ha annunciato che non porrà la sua candidatura; tuttavia l'entrata in gara del Governatore dello· Stato di New York ci pare quasi inevitabile, perché prima della Convenzio,ne di Miami molti repubblicani si ribelleranno all'idea di affidare le sorti del partito a Nixon, un uomo che ha già perso due elezioni, un.a per la Presidenza ed una per la carica di Governatore della California. È risaputo, d'altra parte, che molti democratici voterebbero per Rockefeller qualora il candidato democratico fosse Johnson, mentre è certo che questo travaso di voti non si verificherebbe a favore di Nixon. Rockefeller non è stato mai molto esplicito circa il suo punto di vista sulla guerra del Vietnam, ma se entrerà in gara è quasi certo che prenderà una posizione intermedia tra il bellicisn10 di Nixon e Johnson e la moderazione di Kennedy e McCarthy. Questa posizio·ne « centrista », sia se contrapposta al Presidente, sia se contrapposta alle due « colonne», potrebbe procurargli molti voti. Pensiamo, infatti, che l'America volterà le spalle ad un programma di ostentata bellicosità, se non altro- per non ripudiare la propria· storia che, pur non priva di violenza, è anche ricca di equilibrio, generosità ed alti ideali, ma allo stesso tempo è ormai trop-po impegnata militarmente e moralmente in Asia per non preferire una politica di sganciamento graduale della guerra a una politica di immediata rinuncia e di aperta sconfessione dei propri errori. Pur an1mettendo che Rockefeller possa essere danneggiato dal suo non dimenticato divorzio e dal suo protratto assenteismo, riteniamo che le sue possibilità di ottenere l'investitura repubblicana e di vincere le elezio.ni siano tuttora intatte. Aggiungiam.o, infine, che non è escluso che più avanti nel corso della primavera o addirittura in sede di Convenzione non salti fuori un altro aspirante repubblicano, sempre dell'ala liberale del partito, capace di contestare la 1zomination di Nixon. L'esito della contesa è im.prevedibile e a renderlo tale contribuisce il fatto che, mentre abitualmente non più del 60 per cento del corpo elettorale partecipa alla votazione, questa volta è probabile una più ampia parteci- _ pazione, specie se ci sarà la massiccia ed auspicata mobilitazione dei giovani e quella dei negri. Giovani e negri voteranno in massa per un candidato pacifista, i primi in odio alla guerra del Vietnam, i secondi perché sanno che, finché l'America si dissanguerà per risolvere i problemi degli altri, non avrà ·né tempo né denaro per affrontare i propri. In conclusione ci pare di poter dire che questa volta i giovani e i negri avranno un ruolo di primo piano nelle elezioni presidenziali. I primi potranno costringere il partito democratico a buttare a mare Johnson ed a dare l'investitura a Robert Kennedy, é quindi la lo;ro azione avrà una, funzione positiva, 58 Bibliotecaginobianco
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