Editoriale « la geografia dell' oppressio·ne · è ancora più preoccupante della geografia della fame»; e la cosa più allarmante_ è eh~ questa geografia si va allargando. E poi abbiamo dei paesi nei quali si so·no registrate e continuano a registrarsi discriminazioni e persecuzioni delle n1inoranze razziali. Quando si parla di razzismo-, il pensiero corre subito ai negri degli Stati Uniti, al Ku Klux Klan, all'ex governatore dell'Alabama, Wallace·. Ma non dovremmo dimenticarci del Sudafrica e della Rhodesia; non dovremmo dimenticarci, soprattutto, dei tentativi di genocidio perpetrati nel Sudan, e che, cl1issà perché (n1a forse la ragione non è poi tanto misteriosa, nessuno aveva i11teresse a strumentalizzarli) hanno avuto luo·go in mezzo alla generale indifferenza. E in mezzo alla generale i11differenza si assiste' al risorgere del nazismo in Germania. Ora, quale rapporto ha tutto ciò che abbiamo ora rammerttato, con le prossime elP,,zioniitaliane? È evidente che il nostro paese, quali che siano le scelte che il. corpo eletto-rale esprimerà il 19 maggio, ha pochissima capacità di incidere sulle questioni che travagliano il mondo. La sola prospettiva che ci si offre di far sentire la nostra voce a livello mondiale, è la prospettiva europea. Fino_al momento in cui non vi sarà un'Europa politicamente unita, noi non avremo n1odo di influenzare le· grandi scelte della politica mondiale. Pure, un rapporto preciso tra l'inquietante quadro che abbiamo cercato di delineare so·mmariamente, e le nostre elezioni, esiste; o, se non esiste, dovrebbe esistere. Nella pri1na trasmissione di « Tribuna elettorale », l'on. Ingrao ha detto che i problemi lasciati insoluti dal governo di centro1..sinistra sono· così numerosi, che la loro semplice elencazione_ avrebbe richiesto tutto il tempo che egli aveva a disposizione. L'on. Ingrao ha indubbiamente ragione. I problen1i che dobbiamo ancora risolvere, in Italia, sono· moltissimi. La questione. meridionale, per esempio. Altri gravi squilibri, sociali e settoriali. Il problema universitario, e quello d'ella scuola in genere. Le deficienze e le disfunzioni della pubblica an1ministrazio·ne. Il sottogoverno· e la corruzione. L'esigenza di -una legislazione che sia piìt degna di un paese civile .. Certe degenerazioni dei partiti, o, per dir meglio, degli apparati dei partiti. La necessità di snellire il lavoro parlamentare, . per co·nsentire al Parlamento un funzionamento migliore, e quindi un maggiore prestigio. E tanti altri problemi che, co·me ha detto Ingrao, sarebbe troppo lungo elencare. Ma questo vo-rremmo far osservare aZ.l'on.Ingrao: proprio il fatto che questi nostri pro·blemi sono così numerosi, dovrebbe offrirci un motivo di conforto. Perché la situazione di un paese può, ,dirsi grave, vera4 Bibliotecaginobianco
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