... I I Canipania da programmare namenti, ma l'ossatura dello « schema » non dovrebbe subire, a nostro avviso, modifiche sostanziali. 3. Lo schema di sviluppo, di cui si sono prima richiamati i dati essenziali, può rappresentare uno strumento d'indubbia utilità per togliere il vento· alle vele del rivendicazionismo co-nfuso che serpeggia nella regione. Molto dipende però da quanto· avverrà in Comitato nel corso della discussione. Lo schema è per ora, co-me si è visto, solo un involucro di cifre, una introduzione seguita da molti capitoli in bianco. Non è un cahier de doléances, ma può facilmente diventarlo; non è un piano « contestativo », ma rischia di essere un piano inutile. Percl1é questo pericolo sia sventato, è da augurarsi che i più responsabili membri dell'assemblea impieghino con intelligenza le munizioni di cui dispongono, concentrando il fuoco su pochi concreti bersagli e resistendo alla tentazione d'impegnarsi su di un fronte troppo vasto. Due circostanze vanno tenute presenti. Da oggi alla scadenza del piano mancano non più di trenta mesi: in un periodo così breve e in una regione così poco incline all'attivismo, gl'interventi realizzabili col contributo dell'iniziativa locale non sono molti. È però necessario non rinunciare in ogni caso ad impegnare, mediante il piano·, la responsabilità delle forze politiche e sociali della stessa Campania; poiché - ed è questa la seconda circostanza da ricordare - nell'autunno del '69 dovrebbero avvenire le elezioni per la formazione dei Consigli regionali nelle Regioni a statuto ordinario. In questa prospettiva, non c'è nemmeno più bisogno d'essere convinti regionalisti per sentire il do,vere di contribuire a scuotere dalla sua apatia un ambiente sociale in cui dominazioni antiche e degradazioni recenti hanno radicato - soprattutto a Napoli - un complesso d'inferiorità e un corrosivo scetticismo che non rappresentano- certo il terreno più adatto al maturare di fermenti e orgo,gli autonomistici. Ed è bene non illudersi che possano bastare le « leggi quadro » e una buona legge sulla finanza regionale a corazzare la Campania co-ntro tutti i pericoli che incombono quando a « gestire » l'auto,nomia è una classe politica da tro,ppo tempo assuefatta al piccolo cabotaggio, all'elettoralismo fine a se stesso-, al trasformismo, al potere per il potere.·. In realtà, « la prima spinta ad ogni rinnovamento deve venire dagli interessati » (sono parole di Nitti, ma vanno bene ancora oggi); deve essere la stessa regione a definire, al· più p;resto, i possibili co-ntenuti àella sua autonomia; devo-no essere le poche forze politiche sane di cui essa dispone a interpretare e comprendere le contraddizio·ni e le tensio-ni ~ 49 Bi.bHotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==