Antonio Rao tono invece, almeno in parte, la nebulosità degli obiettivi di assetto territoriale. Lo « schema » suggerisce che si debba procedere alla integrazione e al coordinamento dei vari sistemi di trasporto esistenti nella regione. Ma per far questo sarebbe stato necessario- sapere, magari in prima approssimazione, che tipo· di organizzazio11e urbanistica va perseguito in Campania nei prossimi anni. D'altra parte, una corretta impostazione dei problemi avre.bbe richiesto che si tenesse conto· di un orizzonte temporale molto maggiore di un quadriennio. Per tutto questo, l'inquadramento degli interventi viene tentato· in termini n1olto generici e non sempre coerenti. Accanto a co-nsiderazioni di carattere molto generale sulle funzioni rispettive dei trasporti su rotaia e su strada, s'incontrano infatti discutibili osservazioni di dettaglio che sarebbe stato preferibile rinviare ad altra sede. Inoltre c'è una notevole spro·po,rzione fra le proposte riguardanti Napoli e la sua area metropolitana e quelle relative al resto della regione. Nel co·mplesso, su 2.422 miliardi circa d'investimenti, previsti per il periodo 1967-70, 1383,3, pari al 57,1 %, andranno agli investimenti direttamente pro-duttivi; un po' più di 1038, pari al 42,9%, agli investimenti sociali. Dei primi, 500 saranno assorbiti dall'agricoltura, 680 dall'industria, 203,3 dal commercio, credito e servizi. Gl'investimenti s~ciali si ripartiranno invece tra le diverse categorie di opere nel modo seguente: abitazioni, 594,3; trasporti e comunicazioni, 237,0; sanità, 45,0; edilizia scolastica, ricerca scientifica ed opere pubbliche, 162,0. Si tratta di cifre ottenute mediante stime più o meno attendibili, sulle quali sarebbe ora facile sottilizzare -(per esempio osservando che i 46 miliardi dell'Infrasud sono- stati calcolati due volte, prima come investimenti IRI nell'industria; poi come investimenti nei trasporti). È infatti noto con1e anche il più attento esame dei pro-grammi e delle iniziative preventivati o in corso d'attuazio,ne non sempre garantisca circa la validità delle previsioni globali che su di essi si fondano; nemmeno per quanto riguarda il settore pubblico, data la ben nota difficoltà di far coincidere il flusso degli investimenti con_le somme indicate • • nei programmi. Malgrado' tutte le lacune e i difetti di « montaggio » che abbiamo esaminato (e che risulterebbero molto più numerosi se ci- addentrassimo di più nei particolari), il giudizio sullo « schema» non deve essere negativo. Si tratta di un edificio che tutto sommato sta in piedi; manca delle scale, molti vani sono inabitabili, ha un aspetto molto medio-ere, acqua, luce e gas sono solo una speranza, ma sta in_ piedi: almeno i problemi di statica so·no-risolti. Successive indagini potranno rettificare varie cifre, colmare i molti vuoti, verificare la co-erenza di alcuni ragio48 Bibliotecaginobianco
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