Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

. . I I Campania da programmare che vedremo· fra poco, dovrebbe esistere un'intima compenetrazione. Da una parte, infatti, la validità del modello strategico elaborato dipende dar grado .di approfondimento raggiunto nelle indagini di settore, in particolare in quelle riguardanti l'agricoltura e, soprattutto, l'industria manifatturiera, che sono i settori-chiave da cui dipende lo sviluppo degli altri rami d'attività. Dall'altra parte, i programmi d'intervento· dovrebbero essere modellati in funzione degli obiettivi econo.mici e urbanistici che siano stati prescelti. Consideraziorie che vale in particolare per i programmi relativi al settore pubblico, i quali, nella cosiddetta « strumentazione » del piano, svolgono la delicata funzione di creare le condizioni affinché i so-ggetti economici privati trovino la loro massima convenienza nell'adottare un comportamento conforme alle finalità del piano stesso. Non si direbbe che quest'intima comp-enetrazione sia stata raggiunta nel caso in questione. In primo luogo, la mancanza di ricerche di base lamentata all'inizio ha impedito un ad-eguato studio dei problemi, delle prospettive e delle politiche relativi ai diversi settori produttivi, specie ai setto,ri-chiave, agricoltura e industria manifatturiera. Per lo stesso motivo, la parte terza non va al di là di una generica panoramica dei vari investimenti sociali, senza indicare un chiaro ordine di precedenza fra i diversi interventi, che tenga esplicitamente conto degli obiettivi di sviluppo assunti nei settori direttamente produttivi e degli ostacoli o strozzature-chiave che intralciano la loro attuazione. Una volta riconosciuto in uno sviluppo industriale a discreto contenuto tecnologico uno dei principali obiettivi intermedi da p-erseguire nei prossimi anni, sarebbe stato, per esempio, logico, dedurne l'esigenza di assegnare, t_ra gl'investimenti sociali, un posto di primissimo piano alla scuola e all'istruzione professionale. Tenuto conto del basso « grado d'istruzione » della Campania (inferiore, sembra, a quello della Basilicata e della Calabria) e tenuto conto, d'altra parte, delle concrete prospettive industriali di cui la regione go·de, tale scelta sarebbe stata giustificata, infatti, da ragioni altrettanto valide sotto il profilo sociale che dal p·unto di vista produttivistico. Ora, non è che lo schema trascuri questo settore o ignori la sua importanza strategica nella politica di S':7iluppo economico (anzi, il capitolo che se ne occupa è fra i più curati); il punto è che, mancando ogni indicazione nel documento circa la più opportuna combinazione degli investimenti sociali, in funzione degli obiettivi generali prescelti, non viene chiarito quale dev·e . essere il « peso » relativo dei diversi interventi: col risultato che la -somma da destinare al settore scolastico viene determinata addirittura per diff eren~a. Le lacune che si riscontrano nel capitolo dedicato ai trasporti riflet47 ·. ibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==