.. Antonio Rao saggio medio· annuo del 5,4%. Nel 1970, tenendo conto anche di un flusso di importazioni dal « resto del mondo » ammontante a 507,1 miliardi, si disporrà di un volume complessivo di risorse di 3167,4 ·miliardi, dei quali 2421,7 andranno ai consumi e 745,7 agli investimenti lordi. Questo significa che i consumi atrmentera11no· ad un saggio del 4%, e cio·è ad un ritmo sensibilmente più basso di quello del reddito, in modo da permettere un processo. d'accumulazio-ne. d'intensità adeguata. È questo, infatti, l'unico mo·do- per ridurre il grado, di dipendenza del1' econo·mia campana dagli apporti esterni, per metterla cioè in condizione di auto-finanziare progressivamente il proprio svilup·po. La prima parte si chiude con un capitolo dedicato all'assetto territoriale. Si tratta di una prima rico-gnizione con ambizioni metodologiche piuttosto eh-e contenutistiche. La via seguita è questa: analisi alle tendenze spontanee mediante « opportune tecniche »; esame degli interventi proposti dai piani già esistenti; prova di coerenza reciproca di questi piani; prova di coerenza degli stessi rispetto al modello « neutrale », cioè rispetto- all'assetto che tende a configurarsi spontaneamente. Il traguardo di questo laborioso procedimento dovrebbe essere una ·più corretta formulazione degli obiettivi di organizzazione urbanistica della regio-ne. Tuttavia un tal risultato non si può dire raggiunto. I diversi momenti della ricerca no·n si sno.dano secondo una sequenza logica del tutto coerente. Le generiche proposte che concludono• il capi- ·tolo- non scaturiscono in modo evidente dall'indagine precedentemente svolta; e pertanto quest'ultima rimane un po' fine a se stessa. D'altra parte, l'analisi della realtà urbanistica regionale si fonda su una ipotesi a dir poco discutibile: e cioè che le variazioni demografiche negli insediamenti umani della Camp-ania vadano poste in relazione· al grado- di « accessibilità» di questi ultimi (vale a dire alla loro disponibilità di collegamenti viari regionali ed interregio·nali). Il ritratto della regione che ne risulta è anco.ra troppo sfocato (map_ca, per esempio, un'analisi delle ten_denze di localizzazio,ne industriale) per poter illuminare molto nella lettura dei piani già esistenti (relativi alle ar_ee e nuclei di sviluppo industriale, ai comprensori di svilup·po turistico, ai comprensori di bonifica). E inoltre tale lettura è un po' troppo frettolosa. La co.nclusione cui si giunge è che nel complesso i programmi esistenti propongono interventi di semplice « razionalizzazione » del processo spontaneo, spesso viziati da sovrapposizioni e incongruenze deriva'nti dalla mancanza di co·ordinamento. È un peccato che da questa giusta diagnosi gli estensori dello schema non abbiano _tratto più precise indicazio-ni operative. Fra la prima parte che abbiamo ora esaminato e le due successive l .46 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==